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Anche Unia critica la politica europea di Cassis

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Dopo le critiche del presidente del Partito socialista Christian Levrat, il consiglier­e federale Ignazio Cassis deve incassare anche quelle del sindacato Unia. Quest’ultimo rifiuta un allentamen­to della cosiddetta regola degli otto giorni, che figura nelle misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne delle persone. Per Unia, la protezione dei salari “deve al contrario essere rafforzata”. Il rischio di dumping salariale è molto elevato per le aziende estere che lavorano in Svizzera per meno di 90 giorni, ha sottolinea­to ieri il sindacato in una nota. Di conseguenz­a, le imprese con personale distaccato devono inoltrare la notifica almeno otto giorni prima di iniziare il lavoro nella Confederaz­ione. In questo modo le autorità possono verificare i salari e le condizioni di lavoro. Negli scorsi giorni, Cassis e il ‘ministro’ dell’Economia Johann Schneider-Ammann si sono pubblicame­nte detti pronti a fare concession­i all’Unione europea (Ue) in questo ambito, ha ricordato Unia, secondo cui in tal modo viene attaccato un elemento centrale delle misure di accompagna­mento. Per il sindacato, il Consiglio federale deve “porre immediatam­ente fine all’azione isolata dei signori Cassis e Schneider-Ammann”. Intanto ieri la presidente del Plr Petra Gössi ha voluto difendere il ‘ministro’ degli Esteri dagli attacchi della sinistra: a suo avviso, in una intervista pubblicata dalla ‘Neue Zürcher Zeitung’, il consiglier­e federale ticinese non ha superato alcuna linea rossa nei negoziati con l’Ue. Sabato, all’assemblea dei delegati socialisti, Levrat aveva accusato Cassis di voler indebolire la protezione dei lavoratori per giungere a un accordo istituzion­ale. “Le affermazio­ni del signor Cassis non mettono in alcun modo in discussion­e la sua posizione, che è quella del Consiglio federale, riguardo alla necessità di protezione dei lavoratori, in particolar­e dei lavoratori distaccati”, ha affermato nell’intervista alla ‘Nzz’ la consiglier­a nazionale Gössi. “Da ticinese non gli verrebbe mai in mente di mettere in gioco le misure di accompagna­mento. La protezione dei salari svizzeri in Ticino e in altri cantoni di frontiera è un tema di enorme importanza non solo per i sindacati ma anche per gli imprendito­ri”.

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KEYSTONE Petra Gössi e Ignazio Cassis

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