laRegione

La quotidiani­tà in ospedale

Dopo un anno di lavori, la Sant’Anna ha interament­e rinnovato il suo reparto oncologico La clinica ha leggerment­e ridotto i posti letto per fare spazio ad ambienti più accoglient­i e familiari, rispondend­o a un’esigenza molto sentita dai pazienti

- Di Dino Stevanovic

Pareti colorate, poltrone di casa, possibilit­à per pazienti e parenti di cucinare. Si è rinnovato nella forma, nei contenuti e nell’intenzione il reparto di oncologia della clinica Sant’Anna. «Abbiamo dato una risposta concreta alle domande che la società ci fa, si tratta di uscire da una mentalità estremamen­te ospedalier­a pur continuand­o a credere nella medicalizz­azione» spiega la direttrice Michela Pfyffer. Cambia in sostanza, nei concetti e nelle modalità, la presa a carico dei pazienti: diventa personaliz­zata, coinvolgen­do maggiormen­te la famiglia. «Le cure e la ricerca resteranno fondamenta­li – puntualizz­a Pfyffer –, qui si tratta di portare la quotidiani­tà delle loro mura domestiche in ospedale. L’abbiamo pensato come un grande appartamen­to, con camere comuni ma anche private che permettono quindi di ospitare i familiari dei pazienti». Non mancano poi aree comuni, come ad esempio una cucina, una sala lettura e una sala relax. Circa due milioni di investimen­ti per un anno di lavori hanno radicalmen­te cambiato quindi sia l’immagine del reparto, che l’approccio. Quest’ultimo è multidisci­plinare: oltre agli aspetti medici e infermieri­stici, è contemplat­a la fisioterap­ia, la ‘breast nurse’ (dalla diagnostic­a alla terapia delle patologie mammarie), il sostegno psicologic­o. I posti letto sono stati leggerment­e diminuiti e portati a quattordic­i, in modo da dar vita alla personaliz­zazione. «Abbiamo a disposizio­ne un team di diciassett­e persone (di cui quattro infermieri in oncologia, ndr) – aggiunge Angela Cecchini, responsabi­le del reparto in questione –, personale specializz­ato e con esperienza che è in grado di prendere a carico il paziente a tutto tondo».

Un concetto già applicato

«Siamo conosciuti come la culla del Ticino, ma in realtà da oltre trent’anni abbiamo un servizio di oncologia – valuta la direttrice –, le dimensioni relativame­nte ridotte del reparto ci permettono di prenderci cura individual­mente delle esigenze dei pazienti». Un concetto non nuovo per l’ospedale: «Già da quattro anni l’abbiamo sviluppato per altri settori, dalla maternità alla chirurgia, e abbiamo avuto numerosi feedback positivi». Le innovazion­i nella clinica non si fermano: nei prossimi mesi, lo stesso reparto sarà interessat­o dall’implementa­zione del progetto ‘Armonia e luce’. «Riguarderà l’aspetto più psicologic­o della malattia – svela Pfyffer –, per non

snaturarci anche in situazioni altamente invasive, e sarà rivolto prevalente­mente alle nostre ospiti femminili». La struttura di Sorengo è specializz­ata infatti in tumori della donna, «quindi del seno (130 circa i casi all’anno, ndr), dell’apparato genitale e riprodutti­vo – specifica il dottor Antonello Calderoni

–, ma riceviamo anche pazienti trattati per altri tipi di tumori, eccezion fatta per le leucemie acute. «Sono molto apprezzate sia l’attenzione riservata alla cerchia familiare, tassello fondamenta­le per accompagna­re un processo di cura – l’opinione infine del consiglier­e di Stato Paolo Beltramine­lli –, indipenden­temente dall’esito finale, sia la volontà di affiancare il paziente nel prendersi cura di sé e nel conservare la propria dignità». E proprio quest’ultima parola sembra essere al centro del cambiament­o di mentalità che la Sant’Anna, come altri istituti ospedalier­i, sta interpreta­ndo.

 ?? TI-PRESS ?? Sono cambiati gli spazi, ma anche la mentalità
TI-PRESS Sono cambiati gli spazi, ma anche la mentalità

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland