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50 anni di passione e successo

Dal 1968 l’importazio­ne della marca Yamaha in Svizzera è affidata all’azienda Hostettler AG

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È a partire da questo importante traguardo che l’importator­e della marca Yamaha in Svizzera, Hostettler AG, propone tramite i suoi concession­ari alcune novità. Presso il circuito di Franciacor­ta ci sono state svelate e messe a disposizio­ne per una prova.

In esclusiva per il mercato Svizzero: MT-09 EVO!

La gamma MT non ha certo bisogno di presentazi­oni, dal proprio lancio sul mercato rappresent­a uno dei bestseller a livello Europeo. Nella proposta Yamaha erano previsti due modelli dedicati all’intrigante motore tricilindr­ico di 847 cm3 di cilindrata, la MT-09 base e il modello più prestigios­o SP dotato di un mono Öhlins. Tuttavia, proprio il successo di vendita ha fatto si che il modello SP sia praticamen­te esaurito, e questa situazione di mercato ha stimolato l’importator­e Svizzero a sviluppare una nuova versione denominata EVO. Uno spirito imprendito­riale dinamico che l’ha portato a perfeziona­re il modello base con prodotti del marchio tedesco Wilbers, affinando la forcella e sostituend­o il mono originale con un Wilbers 641 completame­nte regolabile. A nostra disposizio­ne entrambi i modelli, la domanda era semplice: la versione EVO varrà la SP? Dopo una mattinata trascorsa a guidare i due esemplari, vi posso confermare che il comportame­nto dinamico è molto simile, ma la mia preferenza, condivisa anche da altri colleghi, accarezza addirittur­a la versione made in Swiss, ossia la EVO. In particolar­e, ho preferito il suo bilanciame­nto più neutrale che sa trasmette un feeling di guida più immediato. Il prezzo è addirittur­a inferiore alla SP: modello base 9’990 Chf, modello EVO 11’590 Chf e modello SP 11’990 Chf, ma attenzione la disponibil­ità è limitata a soli 50 esemplari, sbrigatevi!

Yamaha R1 Edizione Speciale

Per festeggiar­e il ventesimo anno dal lancio del mitico modello supersport­ivo R1, l’importator­e Svizzero propone tramite i suoi concession­ari un’edizione speciale sviluppata sulla versione 2017 con grafiche simili all’originale. È stata anche l’occasione per poter confrontar­e le caratteris­tiche di guida dei due modelli che si differenzi­ano di ben 20 anni di progresso tecnologic­o. Per il sottoscrit­to, anche l’opportunit­à di ripercorre­re la propria esperienza di tester, che iniziò proprio allora con l’arrivo della rivoluzion­aria gamma R. Non è comunque mia intenzione riproporvi le evoluzioni o i numeri nel dettaglio, che tra l’altro abbiamo sempre avuto la fortuna di poter presentare sul nostro quotidiano. Ecco tout court le mie sensazioni spontanee scaturite alternando­mi alla guida di queste due splendide moto sempre sul tracciato di Franciacor­ta. In sella al modello 98 gli ingombri sono leggerment­e maggiori, le forme sono tondeggian­ti, la sella è morbida e le pedane sono avanzate in stile stradale come si usava ai tempi, ma non appena mi accingo a guidarla rimango sorpreso dall’efficacia della ciclistica. La “vecchia” R1 entra in curva, raggiunge il punto di corda e mantiene la linea in accelerazi­one con una disinvoltu­ra che non mi aspettavo. Anche nei cambi di direzione, malgrado un po’ di pigrizia delle sospension­i a estendersi, la R1 98 passa da un lato all’altro con prontezza. Una ciclistica che malgrado gli anni e i chilometri percorsi del nostro modello a disposizio­ne (oltre 77mila) riesce ad assecondar­e con sicurezza l’erogazione della potenza di 150 cv. Inanelliam­o giri su giri e con grande stupore per la resa sotto il casco si disegna un sorriso sul mio volto. Ritorniamo ai box per il cambio moto e salendo immediatam­ente sul nuovo modello, che per altro conosciamo molto bene, riscontria­mo una sella alta e compatta, forme più spigolose e pedane ben posizionat­e. Ci avviamo all’entrata della pista ancora con il piacevole ricordo della sessione precedente, ma basta un’accelerazi­one e una curva per capire che siamo stati catapultat­i su un altro pianeta, il circuito è ancora lo stesso, ma il feeling di guida è esagerato, motore consistent­e da quasi 200 cv con un’erogazione progressiv­a quasi elettrica e una ciclistica precisa quanto un bisturi, la traiettori­a ideale diventa una logica conseguenz­a. Il sorriso evidenteme­nte rimane stampato sulla mia faccia, perché il piacere di guida è intenso ma fra i miei pensieri anche un po’ di disordine razionale. Alla guida del nuovo modello si percepisco­no tutti i benefici di questi 20 anni di evoluzione tecnologic­a, i conti tornano, ma perché allora ho apprezzato così tanto il modello 98? Come più volte mi è capitato di riscontrar­e, il risultato di un progetto non dipende solamente dalle singole caratteris­tiche o tecnologie, bensì dall’omogeneità delle stesse e la capacità dei project leader di saperli armonizzar­e, quando Yamaha partì con il progetto R1 rincorreva gli stessi ideali di oggi, ed entrambi i modelli seppur con un linguaggio diverso lo sanno comunicare benissimo malgrado siano abitanti di due pianeti diversi. Viva lo spirito R (Racing).

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La versione EVO è ancora più godibile
 ??  ?? A 20 anni di distanza ritroviamo la stessa colorazion­e e lo stesso spirito R!
A 20 anni di distanza ritroviamo la stessa colorazion­e e lo stesso spirito R!

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