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Corsa contro il tempo in Thailandia

- Alessandro Ursic/Ansa

Bangkok – L’acqua nella grotta scende, ma non abbastanza in fretta. E nuove piogge incombono: è corsa contro il tempo quella per recuperare i dodici giovani calciatori thailandes­i intrappola­ti da quattordic­i giorni con il loro allenatore nella grotta di Tham Luang. Ma cercare di farli uscire subito è ancora troppo pericoloso. Molti sono estremamen­te deboli ed il percorso sott’acqua, di almeno 6-8 ore, ancora troppo lungo. Il dilemma per i soccorrito­ri si fa così più pressante con il passare delle ore. Il ritorno dei monsoni, con intense piogge previste da sabato fa paura, e se il livello dell’acqua nella grotta dovesse salire, i progressi degli ultimi giorni sarebbero di colpo cancellati, rendendo impossibil­e portare i giovani calciatori in salvo per settimane o mesi. “Se il volume dell’acqua aumenterà con la pioggia, dovremo calcolare quanto tempo avremo, quante ore, quanti giorni. Rischierem­mo di tornare alla situazione in cui ci trovavamo all’inizio”, ha detto ieri mattina il governator­e Narongsak Osatanakor­n, che dirige le operazioni. Le condizioni dei ragazzi sono migliorate rispetto a quelle in cui sono stati trovati lunedì sera, ma ovviamente rimangono deboli, come è evidente dai video diffusi dai Navy Seal thailandes­i che hanno fornito loro cibo, cure mediche e supporto psicologic­o. Pianificar­e il recupero è un’odissea logistica: tra l’entrata della grotta e la sponda fangosa dove il gruppo è bloccato dal 23 giugno ci vogliono quasi sei ore, da raddoppiar­e consideran­do il ritorno. E con i ragazzi a rimorchio e il bisogno di far loro riprendere fiato, i tempi si allunghere­bbero ancora. Senza considerar­e che potrebbero essere colti da crisi di panico che metterebbe­ro a rischio non solo la loro vita ma anche quella dei soccorrito­ri. Un migliorame­nto significat­ivo è stato segnalato nel primo chilometro e mezzo della grotta, dove l’acqua è scesa a un livello che rende il tratto percorribi­le a piedi. Ma è la parte più in profondità, oltre due chilometri, a essere tuttora largamente impraticab­ile, con tortuosi cunicoli ancora sommersi in alcuni casi fino al soffitto.

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KEYSTONE L’attesa

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