Casa anziani Vacallo, che spettacolo…
Segue da pagina 13 Ho deciso di esternare le mie impressioni. Ovviamente i sostenitori del referendum si sono accaniti nel contestare la veridicità dei dati sull’impatto dell’accesso secondario, pur avendoli davanti agli occhi, e a elencare scenari apocalittici sull’attraversamento dell’incamminamento ciclo-pedonale di ben 220 metri, in inverno, con la bufera, nella notte e chi più ne ha più ne metta, per poi limitarsi a proporre di edificare un tunnel sotterraneo per contornare il problema (!!!) oppure cambiare il sedime sul quale edificare (dopo anni dalla decisione sull’ubicazione, con tanto di cessione in usufrutto del terreno alla Fondazione San Rocco). Insomma, nonostante le innumerevoli spiegazioni degli ospiti (oltre al sindaco e ad alcuni municipali c’erano anche l’ingegnere responsabile dello studio di fattibilità e il direttore della Fondazione), si è solo sentito parlare di poca fiducia, di cattivo lavoro svolto nella preparazione di tutti i passi fatti per arrivare fin qui, di bugie raccontate per ottenere consensi al progetto,… Grazie! La cosa più imbarazzante però, è stata sentire colleghi consiglieri comunali ed ex consiglieri comunali (che hanno avallato diverse decisioni relative al progetto nelle sue fasi iniziali), che col ‘senno’ di poi avrebbero fatto tutto diversamente, dispensando lezioni su come si sarebbe dovuto procedere. Ma come si può avere così poca coerenza, dichiarare di non aver avuto le necessarie informazioni strada facendo e anche solo provare a pensare che un progetto di questa portata vada avanti senza subire variazioni, evoluzioni, rivalutazioni? Quella che si deve sostenere, è l’idea di fondo. Quella che si chiede di riconoscere è la necessità dell’opera, il bene che questa porterà alla comunità tutta, cercando di contenere i disagi con spirito lungimirante e collaborativo e mettendo a disposizione le proprie conoscenze e competenze quando servono, non dopo. In buona sostanza, chi ha lanciato il referendum e chi attivamente lo sostiene, passa la maggior parte del suo tempo fuori da Vacallo, quindi non era presente a nessuna seduta di Consiglio comunale di quelle in cui venivano trattati temi inerenti al villaggio degli anziani, i consiglieri comunali che osteggiano il progetto appoggiano argomentazioni individualistiche senza pensare al fatto che una buona fetta della popolazione li ha demandati di curare gli interessi della comunità tutta, chi in Consiglio comunale non siede più forse dovrebbe evitare di sparare sentenze su come si è proseguito una volta che – suo malgrado – non ha più potuto farne parte. Tutto questo mi fa male, perché io c’ero e ci sono ancora, perché le intenzioni della Fondazione San Rocco sono un enorme dono per Vacallo e ci sono anziani che sperano e sognano una realtà come quella che si potrebbe realizzare, tenendo conto anche delle esigenze di altre generazioni, perché avendo visto il piano finanziario e delle opere so che – dal profilo della sostenibilità economica – la cosa si può fare, perché come consigliera comunale è come se mi avessero dato (a me e a tutti gli altri) dell’incompetente e dell’avventata. Ma non è così: c’è del tempo dietro a tutti questi passi, ci sono riflessioni e decisioni e senso civico, ci sono progettualità e costanza, coscienza di quanto ancora si dovrà affrontare e voglia di affrontarlo. Se però, davanti a ogni tentativo di spiegare e dialogare, nessuna risposta va bene solo perché non è quella che si vuole sentire e nessun momento è quello buono perché non stiamo sventolando la bandiera del partito giusto, se ci si scontra con le solite tre obiezioni (sedime, traffico, yeti sull’incamminamento!) e coi soliti “se” e i soliti “ma” volti a cancellare il lavoro e gli sforzi di anni, allora mi viene solo in mente il caro buon vecchio Confucio, che diceva: “Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro chi voleva fare la stessa cosa, chi voleva fare il contrario e chi non voleva fare niente”.