I ‘ragazzotti’ del Partito comunista all’MpS: ‘La nostra è politica, il resto degno di una setta’
Tante insinuazioni, respinte al mittente, e una sola certezza: “Perché l’MpS ha deciso di rompere l’alleanza con il Pc? Per una ragione molto semplice: perché noi siamo indipendenti dai diktat che hanno tentato di imporci in questi ultimi anni!”. Così conclude il comunicato dei “ragazzotti del Pc”, come li ha definiti Pino (Giuseppe) Sergi, coordinatore dell’MpS. Finisce dunque a stracci in faccia, l’alleanza elettorale creata nel 2015 – che ha permesso di ottenere 2 seggi in Gran Consiglio – fra Movimento per il Socialismo (MpS) e Partito comunista (Pc), formazioni minoritarie della sinistra radicale. I ragazzotti comunisti, dunque, replicano a chi, come Sergi, li accusa di aver ceduto alle lusinghe del Partito socialista (Ps). Stabilito che loro – si legge nella nota inviata ai media – si sono sempre battuti (già quando il partito si chiamava del Lavoro) per un fronte progressista unito, il Pc non intende prendere lezioni da Sergi “che è arrivato persino a sciogliere il suo partito per confluire nel Ps, entrando addirittura nella Direzione della socialdemocrazia!”. I comunisti, aggiungono, si sono in passato congiunti col Ps per le elezioni del Consiglio nazionale e il Pop “nuovo alleato dell’MpS ha fatto la nostra stessa scelta nel 2015”, così come è vero che il Pc ha fatto liste comuni col Ps e con i Verdi nei comuni: “Si chiama politica: il resto è degno di una setta, non di un partito!” ricordano i “ragazzotti” al più maturo leader dell’MpS, che al contempo respingono le critiche al proprio deputato Ay.