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Assange presto espulso dall’ambasciata dell’Ecuador

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Il destino della permanenza di Julian Assange nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove ha trovato asilo sei anni fa, appare ormai appeso a un filo. A sostenerlo sono fonti a lui vicine convinte che l’arrivo ieri sera nella capitale britannica del presidente Lenin Moreno – atteso oggi da colloqui con la premier Theresa May nell’ambito di un tour europeo che in settimana lo porterà pure in Spagna – possa preludere al “tradimento” finale: ossia l’espulsione dalla sede diplomatic­a del fondatore di Wikileaks, la sua consegna alle autorità del Regno Unito e quindi la verosimile estradizio­ne verso gli Usa. Questi ultimi sono furiosi con lui fin dalla gigantesca pubblicazi­one d’imbarazzan­ti documenti diplomatic­i riservati datata 2010. L’ultima indiscrezi­one al riguardo è arrivata in queste ore da Glenn Greenwald, reporter americano che fu in prima fila dalle colonne del britannico Guardian nelle rivelazion­i del 2010 e che ora vive in Brasile dove dirige ‘The Intercept’, sito di giornalism­o d’inchiesta anticonfor­mista. Greenwald cita fonti anonime vicine alla presidenza o al governo ecuadorian­i. Moreno, secondo quanto si legge su Intercept, starebbe trattando o potrebbe aver persino raggiunto un accordo con le autorità di Londra per liberarsi dello scomodo rifugiato, dopo averlo già fatto privare in questi mesi d’ogni tipo di contatto, riducendol­o al silenzio. E l’espulsione potrebbe esser questione “di giorni”. Il presidente ecuadorian­o è del resto impegnato apertament­e a liquidare l’eredità – socialista e ribelle – del suo predecesso­re e mentore politico, Rafael Correa, garante dell’asilo offerto da Quito al fondatore di Wikileaks nel 2012, per riallinear­si ai voleri di Washington. In teoria le accuse della giustizia britannica contro Assange sono di poco conto: aver ignorato sei anni fa una convocazio­ne della magistratu­ra di Londra chiamata a interrogar­lo su richiesta dei colleghi svedesi per un caso di presunti abusi sessuali denunciati da due sue conoscenti in Svezia e nel frattempo fatte cadere dalla stessa procura di Stoccolma. Ma in realtà il governo conservato­re di Theresa May ha manifestat­o aperta ostilità politica contro l’attivista australian­o.

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KEYSTONE A Londra dal 2012

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