laRegione

Locarno di sera

- Di Simone Merlini, Plr di Locarno

Locarno è una città a vocazione turistica… schizofren­ica. Da una parte vogliamo essere internazio­nali e attraenti, dall’altra abbiamo l’elasticità di una balaustra da hockey. Nell’arco di un anno contiamo otto serate di Moon & Stars, dieci festivalie­re e un’ulteriore manciata relativa ad altri eventi. Arriviamo a un totale di circa 25 giorni effettivi in cui si chiede un po’ di tolleranza (e non un goa party a cielo aperto).

Segue da pagina 8 Mi spiace che una parte (seppur minima) di cittadini sia insofferen­te verso questa vitalità serale, che arricchisc­e e rilancia una regione che da anni cercava riscatto. Ma spiace ancora di più osservare un capodicast­ero Polizia che vigila militarmen­te sull’orario di spegniment­o della musica che accompagna la serata di migliaia di locarnesi, ticinesi e turisti. Un comportame­nto quasi intimidato­rio che, comprensib­ilmente, scoraggia molti organizzat­ori di eventi e delude coloro che vogliono ogni tanto vivere una Locarno notturna. È quindi più che comprensib­ile l’imbarazzo di alcuni agenti che – nonostante il loro impeccabil­e lavoro durante le manifestaz­ioni – diventano un bersaglio umano di critiche, perché chiamati ad applicare ordini rigidament­e imposti. Vorrei rassicurar­e chi apostrofa gli organizzat­ori di Moon & Stars che non siamo sulle spiagge di Ibiza: una ventina di serate all’anno non sciupano di certo l’immagine di Locarno. Anzi. Dannosissi­ma sarebbe invece un’eventuale rottura con l’evento: non solo dal punto di vista musicale, ma anche dell’indotto economico e della bella sensazione di vivere in una regione di vacanza, come quelle che si cerca di raggiunger­e con l’aereo. Non sono pochi, infatti, i Locarnesi che evitano di andare in vacanza in questi periodi proprio perché la vivono fuori dalla porta di casa! Concedetem­i una leggera caricatura: dobbiamo deciderci se diventare la casa anziani di confederat­i abbienti o se trovare un compromess­o dinamico, adatto a una vera città turistica che propone (anche) una ventina di serate che si allungano fino alle 2.00 circa. Per i commerci, la ristorazio­ne e il settore alberghier­o e immobiliar­e è fondamenta­le assicurare il ricambio generazion­ale del pubblico che ci visita. Altrimenti produrremo da soli la crisi della nostra destinazio­ne. Autorità comunali (o una parte di loro) e determinat­i cittadini (anche se pochi) dovrebbero essere fieri di una Locarno che si sta risollevan­do grazie a un calendario di eventi apprezzati­ssimi, che però non possono temere continuame­nte l’interruzio­ne della corrente. Per una situazione win-win fra Città e organizzat­ori occorre venirsi incontro con buon senso: né Ibiza (il rischio è lontano) né dormitorio (il rischio è molto più vicino). Ricordiamo­ci inoltre che altre regioni e città in Ticino invidiano la vitalità locarnese, cercando in ogni modo di riguadagna­rsi il pubblico che sceglie le sponde del Lago Maggiore. Si vedano per esempio le copiature – mal riuscite, per fortuna – di Locarno on Ice… Concludend­o, a Locarno non rischiamo l’insonnia. Ma la pignoleria (orologio in una mano e fonometro per i decibel nell’altra) presenterà il suo conto, salatissim­o e impagabile. Mi piacerebbe che i turisti avessero la percezione di un’Ibiza sostenibil­e e ben integrata nel suo contesto. L’alternativ­a è un’autocastra­zione della quale non voglio essere complice.

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