Locarno di sera
Locarno è una città a vocazione turistica… schizofrenica. Da una parte vogliamo essere internazionali e attraenti, dall’altra abbiamo l’elasticità di una balaustra da hockey. Nell’arco di un anno contiamo otto serate di Moon & Stars, dieci festivaliere e un’ulteriore manciata relativa ad altri eventi. Arriviamo a un totale di circa 25 giorni effettivi in cui si chiede un po’ di tolleranza (e non un goa party a cielo aperto).
Segue da pagina 8 Mi spiace che una parte (seppur minima) di cittadini sia insofferente verso questa vitalità serale, che arricchisce e rilancia una regione che da anni cercava riscatto. Ma spiace ancora di più osservare un capodicastero Polizia che vigila militarmente sull’orario di spegnimento della musica che accompagna la serata di migliaia di locarnesi, ticinesi e turisti. Un comportamento quasi intimidatorio che, comprensibilmente, scoraggia molti organizzatori di eventi e delude coloro che vogliono ogni tanto vivere una Locarno notturna. È quindi più che comprensibile l’imbarazzo di alcuni agenti che – nonostante il loro impeccabile lavoro durante le manifestazioni – diventano un bersaglio umano di critiche, perché chiamati ad applicare ordini rigidamente imposti. Vorrei rassicurare chi apostrofa gli organizzatori di Moon & Stars che non siamo sulle spiagge di Ibiza: una ventina di serate all’anno non sciupano di certo l’immagine di Locarno. Anzi. Dannosissima sarebbe invece un’eventuale rottura con l’evento: non solo dal punto di vista musicale, ma anche dell’indotto economico e della bella sensazione di vivere in una regione di vacanza, come quelle che si cerca di raggiungere con l’aereo. Non sono pochi, infatti, i Locarnesi che evitano di andare in vacanza in questi periodi proprio perché la vivono fuori dalla porta di casa! Concedetemi una leggera caricatura: dobbiamo deciderci se diventare la casa anziani di confederati abbienti o se trovare un compromesso dinamico, adatto a una vera città turistica che propone (anche) una ventina di serate che si allungano fino alle 2.00 circa. Per i commerci, la ristorazione e il settore alberghiero e immobiliare è fondamentale assicurare il ricambio generazionale del pubblico che ci visita. Altrimenti produrremo da soli la crisi della nostra destinazione. Autorità comunali (o una parte di loro) e determinati cittadini (anche se pochi) dovrebbero essere fieri di una Locarno che si sta risollevando grazie a un calendario di eventi apprezzatissimi, che però non possono temere continuamente l’interruzione della corrente. Per una situazione win-win fra Città e organizzatori occorre venirsi incontro con buon senso: né Ibiza (il rischio è lontano) né dormitorio (il rischio è molto più vicino). Ricordiamoci inoltre che altre regioni e città in Ticino invidiano la vitalità locarnese, cercando in ogni modo di riguadagnarsi il pubblico che sceglie le sponde del Lago Maggiore. Si vedano per esempio le copiature – mal riuscite, per fortuna – di Locarno on Ice… Concludendo, a Locarno non rischiamo l’insonnia. Ma la pignoleria (orologio in una mano e fonometro per i decibel nell’altra) presenterà il suo conto, salatissimo e impagabile. Mi piacerebbe che i turisti avessero la percezione di un’Ibiza sostenibile e ben integrata nel suo contesto. L’alternativa è un’autocastrazione della quale non voglio essere complice.