Nilsen esulta, e Thomas va a spasso
A Carcassonne fa festa il danese, ma questo Tour sembra già bell’e segnato
Fa di nuovo festa l’Astana, come già era successo il giorno prima. Ventiquattr’ore dopo Omar Fraile, sabato a Mende, tocca a Magnus Cort Nielsen il più che grato compito di presentarsi a braccia alzate sotto il traguardo. Quello di Carcassonne, dopo 181,5 chilometri di una quindicesima frazione partita da Millau. Il danese la spunta in uno sprint a ranghi ristretti, bruciando nell’ordine Jon Izaguirre e l’olandese Bauke Mollema, staccati di due secondi. I tre facevano parte di un drappello di otto atleti, che hanno poi deciso di lasciare sul posto a pochi chilometri dall’arrivo. Ma la fuga era iniziata già nella prima parte della frazione, assieme ad altri 26 corridori, tra i quali Peter Sagan e pure l’argoviese Silvan Dillier. Un plotoncino che, però, si spacca sul Pic de Nore, per effetto soprattutto degli attacchi di Grellier, Majka e Bernard. Le schermaglie legate al successo di tappa, tuttavia, non intaccano minimamente la serenità del Team Sky, nonostante il gruppo della maglia gialla si presenti a Carcassonne con tredici minuti buoni di svantaggio, dopo un pomeriggio ad andatura cicloturistica. Davanti, quindi, rimane tutto com’era, con il gallese Geraint Thomas che difende oltre un minuto e mezzo sul compagno di squadra (e, sulla carta, suo capitano) Chris Froome. Pur se tra gli altri uomini attesi a questa Grande Boucle, qualcuno ieri ha provato a farsi vedere. E quel qualcuno è Daniel Martin, apparso voglioso di migliorare il suo decimo posto, ma senza troppa fortuna. L’irlandese resta fra i protagonisti di questo Tour de France, ma si dovrà accontentare delle posizioni di rincalzo. Oggi, intanto, la carovana osserva il suo secondo giorno di riposo. Poi, dopodomani, si riaccenderà la sfida sui Pirenei, che apriranno l’ultima settimana di gara. Con la sedicesima tappa porterà la corsa da Carcassonne a Bagnères de Luchon, sulla distanza di 218 chilometri, con cinque Gran premi della montagna, di cui due di quarta categoria, uno di seconda e due di prima. Ma l’impressione resta una sola, e cioè che ormai si corra per il secondo posto. Anzi, per il terzo.
Da domani niente fumogeni
Intanto, alla ripresa delle ostilità scatterà anche il divieto all’utilizzo di fumogeni da parte dei tifosi sulle strade del Tour. Un provvedimento preso dagli organizzatori poiché tali oggetti pirotecnici infastidiscono i corridori, e il loro utilizzo è pure stato una concausa della caduta fatale a Vincenzo Nibali. «Spesso, pensando alla sicurezza stradale si dice che sulle strade la cosa peggiore è la nebbia: ecco, i fumogeni sono esattamente questo – spiega il direttore del Tour, Christian Prudhomme – . E non solo si fanno respirare sostanze nauseabonde ai ciclisti, ma in più li si acceca».