Stage, ‘ci vogliono regole più chiare’
Il deputato Mps Pronzini: ‘No al dumping salariale e sociale. Che il Cantone vari norme a tutela delle condizioni di lavoro’.
Una legge che regoli gli stage. Ecco quanto richiesto al governo dal deputato dell’Mps Matteo Pronzini, attraverso una mozione che torna sulla questione del cosiddetto ‘lavoro gratuito’. Preoccupato dalla “potenza disgregatrice sulle condizioni di lavoro e di salario che può assumere l’utilizzazione di stagisti senza regole precise”, Pronzini sollecita il Consiglio di Stato a intervenire. L’obiettivo? Garantire una serie di condizioni minime tese a prevenire eventuali abusi legati a questa forma di assunzione. La mozione contiene difatti alcune proposte concrete. In particolare richiede l’approvazione di una legge che determini l’obbligo, presso imprese pubbliche e private, per cui ogni contratto di stage debba assumere la forma scritta ed essere tempestivamente notificato alle autorità cantonali. Partendo dall’accenno a uno dei principali postulati della teoria marxiana del valore (il lavoro gratuito come forma universale di sfruttamento e produzione del ‘plusvalore’), il documento del deputato Mps ripercorre il tema degli stage e le varie situazioni potenzialmente abusive che si collegano a questo fenomeno sempre più diffuso in Ticino. “In molti settori professionali – si legge nel testo – gli apprendisti dell’ultimo anno di tirocinio hanno un rendimento, di fatto, paragonabile a quello di un lavoratore ormai qualificato: vengono tuttavia pagati un quarto o un quinto in meno. Un esempio chiaro di lavoro gratuito su larga scala”. Per quanto concerne invece gli stage da svolgere prima di frequentare alcune formazioni professionali “è evidente che le richieste di queste scuole, di fatto, creano un’offerta sul mercato del lavoro della quale approfittano datori di lavoro, pubblici e privati, non sempre animati dalle migliori intenzioni”. Il ricorso al lavoro gratuito emerge soprattutto, secondo Pronzini, “in particolare nella forma dei cosiddetti ‘stage’, considerati e presentati come periodi di ‘osservazione’ delle attitudini dei lavoratori, necessari per poi passare, eventualmente, ad un’assunzione definitiva. Per questa ragione vengono giustificati o il mancato versamento di un salario o il versamento di un salario che somiglia molto di più ad un piccolo rimborso spese”.