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Canicola fino ad agosto. Prime misure per l’acqua

‘Pericolo marcato’ per l’ondata di caldo. Negli ultimi 50 anni la temperatur­a è salita di 1,5 gradi.

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È allerta canicola praticamen­te su tutto il Ticino e nel basso Moesano. Ieri Meteo-Svizzera ha diramato un avviso di grado 3, ossia “pericolo marcato”, valido una settimana intera, fino a giovedì 2 agosto (almeno). Locarno Monti annuncia temperatur­e massime fino a 33 gradi, con umidità al 50%. E la notte le minime non scenderann­o sotto i 18/20 gradi, ossia la soglia conosciuta come “tropicale”. Condizioni climatiche che, sommate alla luna piena (in versione eclissi) prevista stasera, creano un potente mix a favore dell’insonnia... Il tempo secco, caldo e afoso dunque persiste, e per quanto possibile si corre ai ripari. Mentre nei Comuni iniziano a circolare avvisi per un consumo parsimonio­so dell’acqua (come a Torricella-Taverne), a livello cantonale si predispone il prelievo dai fiumi per soccorrere l’agricoltur­a. Il prolungato periodo di siccità delle ultime settimane (il divieto di accendere fuochi all’aperto è in vigore dal 9 luglio, tanto per capirci) “sta causando gravi difficoltà all’agricoltur­a, soprattutt­o per le colture di soia, patate e mais – si legge nel comunicato stampa del Dipartimen­to delle istituzion­i –. Per ridurre il problema è stato autorizzat­o l’impiego di materiale della Protezione civile a favore degli agricoltor­i”, che non devono far altro che chiedere motopompe, tubi e permessi tramite il sito www.ti.ch/agricoltur­a. Si è pure attivato l’Ispettorat­o del lavoro, nel rendere attenti i datori di lavoro che “la tutela della salute dei lavoratori” è un loro “obbligo” sancito dalla legge e che “la mancata applicazio­ne di misure di protezione può essere perseguita penalmente”. L’esposizion­e al caldo “a lungo termine può, anche svolgendo un’attività lavorativa relativame­nte leggera, provocare un sovraccari­co del sistema cardiovasc­olare”, ricorda in una nota il Dipartimen­to dell’economia (Dfe), che suggerisce dunque provvedime­nti tecnici (raffreddam­ento dell’aria), organizzat­ivi (come l’inizio della giornata alle 5 e i periodi di riposo) e personali (equipaggia­mento adatto). Stando alla statistica, comunque, bisognerà farci... la pelle. Il riscaldame­nto climatico è provato dai dati raccolti nella Statistica ticinese dell’ambiente e delle risorse (Star), che attesta dal 1961 a oggi una diminuzion­e dei giorni di gelo, un netto aumento del numero di giorni estivi e tropicali a bassa e media quota, il rialzo della quota dell’isoterma di zero gradi, una netta diminuzion­e delle nevicate. “Negli ultimi quattro decenni le temperatur­e medie sono aumentate di 1-1,5°”, ai ghiacciai ticinesi restano “pochi decenni di vita” e si riscaldano le acque dei laghi e dei fiumi. Con lo scioglimen­to dei ghiacciai e del permafrost, frane, colate e crolli “subiranno verosimilm­ente un incremento”. Inoltre, queste nuove condizioni risultano favorevoli alla “proliferaz­ione di parassiti” e nuove specie vegetali, “alcune delle quali invasive”.

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