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Legge sui giochi d’azzardo, i profitti hanno spinto i ‘sì’

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Nella votazione dello scorso 10 giugno, la legge sui giochi in denaro (Lgd) è stata accolta soprattutt­o per continuare a mantenere in Svizzera i profitti dei giochi d’azzardo. L’iniziativa Moneta intera è invece stata bocciata perché per molti era difficile capire di cosa si trattasse e un cambiament­o di sistema è stato ritenuto troppo rischioso. È quanto emerge dal sondaggio Voto – che dall’autunno del 2016 ha sostituito l’analisi Vox – pubblicato ieri, che ha interpella­to 1’509 persone. Le motivazion­i più importanti del ‘sì’ alla nuova legge sui giochi d’azzardo, oltre alla tutela dei ricavi in Svizzera (30%), sono state il maggior controllo del mercato di questo settore (19%), il sostegno ad Avs, cultura, sport e società di pubblica utilità (12%) e la tutela dalla dipendenza da gioco (11%). L’indagine rileva d’altro canto che, malgrado la maggior parte delle sezioni giovanili dei partiti combattess­e la Lgd, al momento del voto non c’è stato alcun divario generazion­ale. Infatti anche i giovani l’hanno accolta quasi nella stessa misura dei votanti più anziani: i ‘sì’ nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 29 anni sono stati il 74%, il 77% fra gli ultra 60enni e il 61% nei 30-39enni. Secondo l’analisi Voto non ha quindi avuto impatto l’argomento della ‘censura’ in rete di siti stranieri di casinò online – resi illegali – che per i contrari alla Lgd rischia ora di estendersi ad altri settori quali musica e film. Nell’orientamen­to di voto è risultata invece particolar­mente alta la quota di coloro, il 15%, che hanno detto di aver deciso in base a consigli: di governo, partito, parenti o conoscenti. L’iniziativa Moneta intera è risultata difficile da capire per il 58% degli interpella­ti dall’indagine Voto. Un valore che negli ultimi due anni è stato superato solo dalla riforma dell’imposizion­e delle imprese, con una quota del 74%. Un indizio dell’incomprens­ione – sottolinea­no gli autori dello studio – è che quasi la metà di chi ha messo un ‘sì’ nell’urna lo ha motivato con argomenti che nulla hanno a che fare con il contenuto dell’iniziativa: per il 17% è stata ad esempio la diffidenza nei confronti delle grandi banche.

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TI-PRESS Nessun divario generazion­ale

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