Facebook crolla in Borsa bruciando 120 miliardi
New York – Facebook cresce, ma non basta. L’allarme su un possibile rallentamento lanciato con la trimestrale affonda i titoli, che ieri sono arrivati a perdere il 20% bruciando 120 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato e impoverendo Mark Zuckerberg di 16,8 miliardi in pochi minuti. E mostrando come gli scandali degli ultimi mesi abbiano alla fine lasciato un segno. Al crollo di Facebook si accompagna il calo di Twitter, appesantita proprio da un tweet che arriva però non da una persona qualsiasi ma dal presidente americano. Donald Trump attacca il social media per “penalizzare importanti repubblicani”. Parole che arrivano come una gelata su Twitter che ieri è arrivato a perdere fino al 4% per poi recuperare. I problemi di Facebook e Twitter, seppur diversi, mettono in evidenza le difficoltà dei social media a districarsi fra rispetto della privacy e libertà di parola e di informazione. E il colosso di Mark Zuckerberg ne è un chiaro esempio con lo scandalo dei dati di Cambridge Analytica, le nuove impostazioni sulla privacy e la lotta alle fake news, tutti fattori che hanno inciso sui conti pesando sulla crescita degli amici e della pubblicità. Facebook archivia il secondo trimestre con ricavi in aumento del 42% a 13,2 miliardi di dollari, per la prima volta dal 2015 sotto le attese degli analisti, che scommettevano su 13,4 miliardi. Delude anche la crescita degli utenti, saliti dell’11% a 1,47 miliardi di ‘amici’ al giorno, meno delle attese del mercato che prevedeva un aumento del 13% a 1,48 miliardi. L’utile netto si è attestato a 5,1 miliardi di dollari, o 1,74 dollari per azione, leggermente sopra agli 1,72 dollari previsti. I dati deludenti hanno subito appesantito il titolo di Facebook in Borsa, dove nelle contrattazioni ‘after hours’ è sceso del 10%. Ma l’allarme è scattato quando il direttore finanziario del social media David Wehner ha previsto che il rallentamento dei ricavi continuerà per il resto dell’anno, con il tasso di crescita che scenderà a una sola cifra percentuale nel terzo e nel quarto trimestre. Immediata la reazione in Wall Street, con il calo di Facebook che ha toccato il 24% nell’after hours fermandosi al -20% nelle contrattazioni regolari.