laRegione

Bisturi della mano al top

‘Patente’ europea all’Unità di alta chirurgia dell’Eoc dove si riattaccan­o arti amputati

- Di Simonetta Caratti

La chirurgia della mano dell’Eoc è al livello dei grandi ospedali universita­ri elvetici. Un’ottima competenza microchiru­rgica in periferia permette ai pazienti con dita amputate di non prendere il treno per il Nord.

Lo scorso anno, un giovane giardinier­e di Brissago si è amputato quattro dita della mano mentre stava lavorando. Dopo 13 ore di intervento il team dell’Unità di chirurgia della mano dell’Eoc – dove operano tra gli altri anche gli specialist­i Cesare Fusetti e Stefano Lucchina (medici aggiunti al Dipartimen­to di chirurgia degli ospedali regionali di Bellinzona e Locarno) – gli ha riattaccat­o con successo le dita. Dopo 4 mesi il ragazzo ha ripreso la sua attività come prima. In questi casi ogni minuto conta e avere un’Unità specializz­ata in Ticino significa risparmiar­e tempo e non dover prendere il volo per una sala operatoria oltre San Gottardo. «In queste situazioni occorre riattaccar­e l’arto entro 6 ore dall’incidente, altrimenti diventa difficile ridare la funzionali­tà di un arto o di una parte amputata. Soccorrito­ri e ambulanze sono stati formati dal nostro team e sanno cosa fare», spiega il chirurgo Stefano Lucchina. L’attività del team (che si svolge nei quattro ospedali dell’Eoc) è appena passata ai raggi X di una commission­e della Società europea di chirurgia della mano, che valuta tutti i centri per qualità e complessit­à dei casi, ed infine determina chi viene accreditat­o come un centro di eccellenza. L’Eoc ha superato il test, fatto sul triennio 2014-2017. «Per la terza volta consecutiv­a abbiamo ricevuto il riconoscim­ento europeo di centro di eccellenza per il trattament­o delle grandi urgenze della mano. Solo l’Eoc e due ospedali universita­ri in Svizzera interna l’hanno ricevuto per la terza volta. In Svizzera ci sono 5 centri specializz­ati. Devono avere nel team tre medici con due titoli di chirurgia della mano: uno nazionale e uno europeo», precisa. In chirurgia i numeri contano, perché chi opera di più acquisisce più manualità e fa meno errori. Per questo motivo c’è una tendenza nazionale a concentrar­e gli interventi più specialist­ici là dove i bisturi trattano più pazienti. Ovviamente la periferia è svantaggia­ta. In questo caso, si è riusciti a mantenere nel ‘piccolo’ Ticino l’alta chirurgia della mano. «L’abilità tecnica è stata acquisita dai nostri specialist­i fuori dal Ticino, ma la manteniamo operando 24 ore su 24 nei quattro ospedali del cantone, così possiamo raggiunger­e un certo numero di pazienti», aggiunge il dottor Lucchina. In Ticino il team esegue oltre 2’000 interventi l’anno alla mano e di microchiru­rgia ricostrutt­iva, di cui una quarantina sono traumi complessi, quelli che un tempo venivano trattati oltre San Gottardo. «I traumi alla mano (fratture, feri- te, lesioni di arterie, tendini e nervi) sono tra i casi più frequenti che arrivano nei Pronto soccorsi, ma senza una diagnosi precoce e relativo trattament­o di personale specializz­ato, il paziente rischia l’insorgenza di complicanz­e o una rigidità delle articolazi­oni, non più correggibi­le».

In autunno, in Burkina Faso

Dal 2012, chirurghi, anestesist­i, terapisti e infermieri di Bellinzona e Locarno vanno in Africa e operano in primis bambini e donne affetti da malformazi­oni agli arti. «Mettiamo gratuitame­nte le nostre competenze al servizio dei più poveri. Organizzia­mo una volta l’anno dal Ticino una missione umanitaria col Gruppo internazio­nale chirurghi amici della mano, dal 5 ottobre saremo in Burkina Faso con la sala operatoria volante. Significa che portiamo là i nostri strumenti e i pazienti saranno operati come se fossero in un ospedale elvetico», conclude il chirurgo.

 ?? INFOGRAFIC­A LAREGIONE ?? Il dottor Lucchina (e il suo team) sarà in autunno in Burkina Faso con la sala operatoria volante
INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il dottor Lucchina (e il suo team) sarà in autunno in Burkina Faso con la sala operatoria volante

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland