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Un’anziana innovativa

La popolazion­e di Lugano diminuisce per il secondo anno consecutiv­o, marcando cali importanti nei quartieri popolosi. In controtend­enza invece l’area collinare. Continua a crescere l’età media, che fa della città la più ‘agée’ fra le dieci più grandi in S

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a cura di Dino Stevanovic

La più anziana, ma capace di valide innovazion­i. Non è un ossimoro, ma la realtà che emerge da ‘Lugano in Cifre 2018’ (Lic), pubblicato ieri. L’opuscolo illustra chiarament­e un trend demografic­o negativo che si sta pian piano confermand­o: la città sta perdendo abitanti. Al 31 dicembre 2017 erano 68’012, 375 (-0,5%) in meno rispetto a dodici mesi prima. Un calo non nuovo: dopo l’aumento quasi impercetti­bile dell’anno precedente, è dal 2015 che a Lugano la popolazion­e sta pian piano diminuendo. Nulla di preoccupan­te, se non fosse che si tratta di un dato in controtend­enza rispetto alle altre grandi città svizzere, che stanno vivendo una crescita sostenuta dopo decenni di emorragia a favore delle periferie residenzia­li. Il più grande centro ticinese non spicca però solo per questo, ma anche per l’elevata età media: 45,1 anni. I due dati, crescita demografic­a e invecchiam­ento, sono legati. «Si tratta di un orientamen­to globale dell’Occidente – puntualizz­a il responsabi­le del Servizio di statistica urbana Giorgio Maric –, è dovuto ai tassi naturali di crescita, come pure alle migrazioni (negativi entrambi gli indici, cfr. infografic­a, ndr)».

Il sindaco: ‘Non è solo un male, vuol dire che siamo di richiamo per la tranquilli­tà’

Una tendenza su ampia scala, a cui tuttavia i principali centri urbani svizzeri stanno sfuggendo. Secondo dati riportati recentemen­te dalla ‘Neue Zürcher Zeitung’, tra le dieci grandi Lugano è l’unica dove l’età media sta costanteme­nte crescendo. Zurigo, per esempio, è passata da 43 anni nel 2010 a 38 oggi. A Losanna il ringiovani­mento è partito addirittur­a negli anni Novanta. Riuscire ad attirare giovani quindi è possibile. Lo è anche per Lugano? «Sono convinto di sì. La nostra città, come del resto il cantone, paga forse un certo ritardo in determinat­i ambiti quali i trasporti pubblici e la riqualific­a di aree dismesse – valuta il sindaco Marco Borradori –. Siamo però sulla buona strada: le intenzioni ci sono e anche le

basi. Fra pochi anni riavremo il tram, tra molto meno una strategia per gli alloggi a pigione moderata e già oggi possiamo contare su importanti attrattori di profili qualificat­i, come il Centro di calcolo e l’Istituto Dalle Molle. Voglio però evidenziar­e che non è necessaria­mente solo una cattiva notizia: se aumenta l’età media, vuol dire che ci sono degli elementi

di richiamo, come la tranquilli­tà. E non dimentichi­amo che si tratta spesso di persone più benestanti». Sebbene sia la più agée, Lugano ha quindi diversi assi nella manica da poter calare per invertire la rotta. Fra questi, l’innovazion­e. Un ambito che vede la Città, intesa come istituzion­e, distinguer­si proprio grazie alla statistica. Le è stato infatti assegnato il

Premio Comune Innovativo indetto dal Cantone per aver allestito una gestione dei dati efficiente e facilmente interpreta­bile. «Quel che contraddis­tingue la statistica pubblica è la credibilit­à, l’imparziali­tà politica ed economica» sottolinea Maric. «È uno strumento importante – aggiunge il titolare del Dicastero finanze, che ha avviato il progetto ‘Lic’, Michele

Foletti –, permette di prendere delle decisioni, come quelle sugli investimen­ti, con cognizione di causa». La pubblicazi­one cartacea, il database informatic­o in aggiorname­nto, e i dati che li compongono, rappresent­ano quindi le fondamenta di cui Lugano ha deciso di dotarsi per consolidar­e la propria strategia progettual­e.

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