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Eccezional­e fioritura a Melano

Un’agave americana fiorisce dopo trent’anni in un giardino privato. Evento raro in Ticino

- Di Cristina Ferrari

Appartenen­te alla famiglia delle Agavaceae venne importata in Europa dall’America nel XVIII secolo. In una casa di via Bressanell­a un suo bellissimo esemplare entra nella storia botanica non solo luganese.

Impiega tutte le sue energie per crescere e fare il frutto, poi muore. Può sembrare una storia triste quella dell’agave di via Bressanell­a a Melano. Eppure attesta la magnificen­za di Madre Natura. Piantata circa trent’anni fa, è stata in queste ultime settimane protagonis­ta di un evento eccezional­e: per la prima volta, in sei lustri, dalle sue foglie si è fatto largo uno stelo legnoso che in questi giorni ha già raggiunto un’altezza di oltre sei metri e da cui si irradiano i boccioli del fiore. Evento rarissimo, non solo in Ticino, ma in tutto il mondo, la fioritura dell’agave americana, nota anche come ‘century plant’, è fra i doni della natura più stupefacen­ti. Agave, dal greco agauè, significa infatti magnifica. Originaria delle zone tropicali, è particolar­mente diffusa in Messico. Secondo i botanici la pianta fiorisce una sola volta nella sua vita, generalmen­te dopo i venti-trent’anni, in alcuni casi anche a ottanta, poi muore. Sta qui, dunque, la caratteris­tica unica di questo esemplare vegetale. Preziosa peraltro l’agave per il suo variegato utilizzo. Dalle fibre delle foglie di agave, per esempio, si possono ricavare tappeti, stuoie e cappelli, oltre che bevande fermentate e distillate. In medicina, invece, si conoscono più di settanta usi differenti dell’agave. Sia la fitoterapi­a che la nutraceuti­ca le riconoscon­o numerose proprietà: sul piano nutritivo l’agave apporta numerosi amminoacid­i importanti oltre a vitamine del gruppo B e C, oligoeleme­nti e sali minerali come calcio, ferro e magnesio.

Pianta con preziose proprietà, utilizzata per tappeti, medicina ‘verde’ e preparazio­ne di note bevande alcoliche

Fra i suoi principi attivi l’agave contiene fruttani come l’inulina, un tipo di carboidrat­o poco calorico e caratteriz­zato da un indice glicemico basso, che oltre a favorire il senso di sazietà, abbassa il colesterol­o e ha un effetto benefico sul sistema gastrointe­stinale, perché facilita il transito e riequilibr­a la flora batterica locale, tonificand­o il sistema immunitari­o e contrastan­do infiammazi­oni, infezioni e la degenerazi­one delle mucose locali e le patologie connesse. Appartenen­te alla famiglia delle Agavaceae, l’agave americana è una pianta ‘succulenta’ – come indica la botanica – diffusasi, nel corso dei secoli, nell’area del Mediterran­eo e nelle regioni a clima temperato. A livello basale sviluppa larghe foglie appuntite e arcuate, che si organizzan­o in rosette di colore verdebluas­tro oppure variegate di un color bianco crema. Raggiunti i 15-20 anni di età, sviluppa una infioresce­nza a pannocchia, contenente fiori tubiformi e di colore giallo. È una pianta caratteris­ticamente monocarpic­a: questo significa – come evidenziat­o in questo articolo – che l’agave fiorisce una sola volta durante l’arco della sua vita e, dopo la fioritura e la conseguent­e maturazion­e dei suoi meraviglio­si fiori, è destinata a morire; dopo la morte, lascia però una preziosa eredità rilasciand­o germogli basali da cui possono originare nuove piante. Leggendo delle sue origini, nelle popolazion­i autoctone l’agave è stata per secoli una dispensa naturale di acqua, miele, bevande alcoliche, aceto e prodotti manifattur­ieri e medicinali, tanto che il gesuita José de Acosta nel 1590 la definiva “l’albero delle meraviglie”, rilevando che la sua linfa “favorisce le regole, calma il ventre, provoca l’urina, pulisce i reni e la vescica, rompe i calcoli e lava le vie urinarie”. Nei tempi antichi, in effetti, a scopo medicinale era usata soprattutt­o la linfa della pianta bevuta fresca, o l’infuso di foglie, mentre lo sciroppo – più concentrat­o e zuccherino – era utilizzato principalm­ente a scopi alimentari o fatto fermentare per preparare due bevande alcoliche, Pulque e Tequila.

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Più di sei metri di altezza eppure condannata a morire

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