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No, on Cassis, proprio no

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No, on Cassis, proprio non ci siamo. Mi riferisco alla sua intervista apparsa sul ‘CdT’ di sabato 21 luglio. In particolar­e là dove lei afferma, a proposito dell’“instabilit­à” nel M.O, che “il cuore di questa fragilità è il conflitto israelo-palestines­e che non è un fatto dell’ultimo secolo, ma che ha 2’000 anni di storia e che ruota intorno all’importanza simbolica che Gerusalemm­e riveste per i popoli e le religioni”. No, 2’000 anni fa non c’era alcun conflitto israelo-palestines­e. Esso risale alla fine del XIX secolo, con l’affermazio­ne del sionismo, si manifesta con il disfacimen­to dell’impero turco e la spartizion­e colonialis­ta della Palestina nel primo dopoguerra, ed esplode nel secondo dopoguerra con l’esodo degli ebrei vittime del razzismo europeo. No, questo conflitto nasce a causa della politica d’occupazion­e da parte dei nuovi colonizzat­ori: centinaia di migliaia di persone scacciate dalle loro case, villaggi distrutti, intere comunità costrette all’esodo. Diritti negati o violati. Il problema di Gerusalemm­e si aggiunge a una tragedia già in corso. 2’000 anni fa i palestines­i di allora erano gli ebrei, vittime dell’occupazion­e romana, e che per avere cercato di liberarsi furono infine schiacciat­i e costretti alla diaspora. Che è poi l’obiettivo di Israele con i palestines­i di oggi. Ancora, on Cassis, lei si chiede come mai l’Africa non ha raggiunto lo sviluppo economico nonostante 60 anni di aiuti allo sviluppo. Forse potrebbe chiederlo alle multinazio­nali del petrolio che hanno devastato il delta del Niger, a quelle dell’agroalimen­tare che hanno distrutto le colture di sussistenz­a, a quelle minerarie e diamantife­re o a quelle degli armamenti. No, on Cassis, da un ministro degli Esteri mi aspetto una diversa lettura della realtà.

Gaddo Melani, Riva San Vitale

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