Contorsionismi fiscali
Segue dalla Prima (…) di cui godono i lavoratori residenti in Italia che lavorano in Svizzera comporta degli squilibri rispetto ai loro vicini di casa che lavorano in Italia. Osservato dal Ticino, il problema – in assenza di sufficienti misure di accompagnamento alla libera circolazione efficaci, prima fra tutte un salario minimo dignitoso – è costituito dal possibile dumping salariale sfavorevole ai lavoratori residenti in Ticino. Visto dalle regioni insubriche, esso è invece costituito dalla fuga di lavoratori ben formati verso la Svizzera. Eppure una soluzione semplice e di gran lunga meno problematica di quella depositata al Parlamento italiano dai deputati leghisti è sul tavolo da anni, bell’e pronta per la firma, ma bloccata proprio dalla Lega di Salvini. Si tratta della proposta di nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri tra Svizzera e Italia, sul quale le trattative sono concluse da tempo. Un nuovo accordo che permetterebbe all’Italia di recuperare la propria sovranità sul trattamento tributario di questi loro residenti e al contempo di ridurre progressivamente il privilegio fiscale che sembra preoccupare finalmente anche i leghisti insubrici. Ma invece che spingere per sottoscrivere l’accordo, ecco che a un vecchio privilegio, quello dei residenti in Italia che lavorano in Svizzera, i parlamentari italiani di fede leghista adesso sembrano volerne aggiungere un altro, quello di chi lavora in un’impresa italiana sita nella fascia di territorio che comprende i primi 20 km dal confine italo-svizzero, andando a complicare le cose invece che verso una soluzione. Non sono infatti certo che questa proposta sarà apprezzata dai tanti comaschi o varesini che lavorano a Milano, quindi fuori dalla fascia a tassazione ridotta, ma trat- tandosi di questione interna alla vicina Repubblica non tocca a me commentarla. Mi pare però che questo atto mostri bene l’importanza per noi di unire le forze tra Ticino e Berna nei prossimi mesi attorno a un solo e semplice obiettivo: insistere per la sottoscrizione del nuovo accordo italo-svizzero sulla fiscalità dei frontalieri in sostituzione di quello del 1974. Senza aggiungere altre questioni collaterali che possono essere trattate su altri tavoli, come quelle inerenti ai trasporti transnazionali, badando a ottenere il sostegno federale su questo unico tema.