La Sempione Fashion è definitivamente fallita
Svitto – La società Sempione Fashion, con sede a Freienbach (Sz), casa madre dei circa 140 negozi Ovs in Svizzera, è andata in fallimento. Lo ha stabilito ieri il giudice unico del Tribunale distrettuale di Höfe, che alla fine di maggio aveva già concesso la moratoria concordataria. I creditori dispongono di quattro settimane per inoltrare le loro richieste. Lo ha indicato ieri Notariat Höfe, uno studio notarile locale designato come ufficio di fallimento per questa vicenda, in un’informazione ai creditori pubblicata sul proprio sito internet. Data l’ampiezza della procedura, Notariat Höfe è confrontato a problemi di capacità. In occasione della prima assemblea dei creditori, chiederà dunque la nomina di una speciale amministrazione del fallimento. Per il momento non fornirà altre informazioni. L’apertura della procedura di fallimento segna inequivocabilmente la fine di ogni speranza di salvare Sempione Fashion ed evitare la soppressione di 1’180 posti di lavoro, molti anche in Ticino. I licenziamenti erano stati pronunciati alla fine di giugno. Ovs aveva rilevato i circa 140 punti vendita di Charles Vögele nell’autunno del 2016, senza però riuscire ad affermarsi. Di conseguenza molti impieghi sono stati soppressi già negli scorsi mesi: 90 nella sede centrale l’anno scorso, 160 nel settore della logistica sempre nel 2017 e 47 lo scorso marzo. In una nota diffusa ieri Unia deplora, come già fatto in passato, la massiccia perdita d’impieghi. I licenziamenti preoccupano in modo particolare poiché avvengono in un settore, quello dell’abbigliamento, già minacciato dalla concorrenza del commercio online. La débâcle, per cui Ovs “ha una grande responsabilità”, rivela quanto i salariati siano mal protetti in caso di fallimento di attori internazionali. “Ovs si è defilata e non ha dato alcun sostegno ai dipendenti licenziati”. Unia critica anche alcune casse pubbliche di disoccupazione per la mancanza di collaborazione nell’indennizzo dei salariati: gli impiegati non sono responsabili né del caos all’interno di Sempione Fashion né dei documenti lacunosi e inesatti che sono stati loro trasmessi, ha sottolineato il sindacato.