L’opposizione sconfitta: ‘Voto falsato nello Zimbabwe’
Harare – L’opposizione ha respinto il risultato delle elezioni presidenziali nello Zimbabwe. Giusto il tempo di ufficializzare la vittoria di Emmerson Mnangagwa, con il 50,8% delle schede, e lo sfidante Nelson Chamisa – sconfitto con 44,3% e 36,464 voti di scarto – ha denunciato che “i risultati sono falsi e non verificati”. Comincia seguendo il copione più scontato nella maggioranza dei Paesi africani, il tanto atteso dopo-Mugabe, del quale le elezioni presidenziali e legislative dovevano celebrare l’avvento: l’opposizione non accetta il risultato, la Commissione elettorale è accusata di brogli, l’esercito che pattuglia le strade della capitale e si contano i primi morti. Ieri la polizia ha anche fatto irruzione nella sala dove si svolgeva la conferenza stampa di Chamisa, costringendo i giornalisti ad andarsene. Dopo aver rimandato di ora in ora l’ufficializzazione del risultato, nella notte la Commissione elettorale aveva proclamato vincitore Mnangagwa, 75 anni, con quel risicato 50,8 % che gli consente di non andare al ballottaggio. Il suo partito, lo Zanu-Pf che fu di Mugabe, ha ottenuto la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale con 145 seggi mentre il Movimento per il cambiamento democratico (Mdc) del quarantenne Chamisa ha 63 seggi. Il risultato vero è che la promessa discontinuità con il sistema di potere che ha governato il Paese dal 1980 fino alla deposizione di Mugabe da parte dello stesso Mnangagwa nel novembre scorso rimane da verificare. Chamisa ha promesso battaglia, annunciando che perseguirà tutte le vie legali e istituzionali per fare ricorso contro i risultati. Ma non è sicuro che le la “battaglia” non prenderà altre strade. Resta da vedere se i suoi seguaci sceglieranno di non scendere in piazza. In un Paese economicamente al collasso, con una disoccupazione stimata al 90%, una Banca centrale che non stampa più moneta a causa dell’iperinflazione e il dilemma se proseguire nella controversa riforma agraria voluta da Mugabe, basterà poco per far divampare l’incendio.