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Papa Francesco dacci una mano

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Stai a vedere che dovremo rivolgerci a papa Francesco per bloccare l’offensiva conservatr­ice sovranista volta a imporre il crocifisso come simbolo identitari­o. Dopo la decisione presa in Baviera di renderne obbligator­ia l’esposizion­e nelle scuole e negli edifici pubblici, un’analoga proposta di legge è stata presentata al Parlamento italiano dalla Lega di Salvini. Chiede crocifissi obbligator­i nelle scuole, università, aule di giustizia, uffici e aule pubbliche, ma anche aeroporti, stazioni e porti … ( che gli immigrati musulmani se lo mettano bene in testa!) E, come in Baviera, nella motivazion­e si attribuisc­e al crocifisso il “valore simbolico della nostra identità, … dei valori che sono parte integrante della nostra storia, della cultura e delle tradizioni del nostro Paese”. Ora, va notato come le reazioni più decise a contrasto di tale deriva siano giunte proprio dagli ambienti religiosi. I partiti paiono assumere posizioni attendiste: se “pecunia non olet”… i voti ancor meno! In Germania, chiarissim­o l’arcivescov­o Ludwig Schick: “La croce non è un segno identitari­o di una regione o di uno Stato” ricordando­ne l’intrinseco valore che la religione cristiana le attribuisc­e; e il cardinale Reinhard Marx ha puntualizz­ato: “Se la croce è vista solo come un simbolo culturale non la si capisce”. In Italia, il direttore di Civiltà Cattolica, il gesuita Antonio Spadaio, che si vuole moto vicino a papa Francesco ha scritto:” usare il crocifisso come un Big Jim qualsiasi è blasfemo...” concludend­o con un perentorio “Giù le mani.” Dinanzi a simili aspetti dello sfruttamen­to politico della religione è più che mai necessario rafforzare lo Stato laico a tutela del libero pensiero, ma, a quanto pare anche delle stesse istituzion­i religiose!.

Gaddo Melani, Riva San Vitale

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