Fallimenti: decisioni nuove, messaggio vecchio
Durisch: i recenti passi del governo vanno nella giusta direzione. Garzoli: ma da parte del CdS serve chiarezza.
«I fallimenti fraudolenti sono oggi in Ticino una piaga. Danneggiano l’economia sana e generano costi per la collettività. Servono pertanto maggiori controlli. Ebbene, i recenti passi del Consiglio di Stato vanno nella direzione che come partito auspichiamo da sempre: il rafforzamento di questi controlli». Il capogruppo socialista in Gran Consiglio Ivo Durisch commenta così la duplice decisione del governo. Dapprima quella di sostituire Patrick Bianco (tornato in gennaio all’avvocatura) con la pubblicazione, poco più di tre mesi fa, del concorso per la nomina dell’Ufficiale dei fallimenti del Sopraceneri. Poi la decisione di istituire la figura del “Perito contabile” che, spiega nero su bianco il Consiglio di Stato pronunciandosi a metà luglio su una mozione del deputato Mps Matteo Pronzini, analizzerà i crac societari e se ci saranno gli estremi di uno o più reati li segnalerà alla Procura: in altre parole “fungerà da trait d’union tra l’Ufficio dei fallimenti della Divisione della giustizia e il Ministero pubblico”. Due mosse del Consiglio di Stato che segnano un cambiamento di rotta rispetto al messaggio sulla riorganizzazione del settore cantonale che si occupa di esecuzioni e fallimenti da lui varato lo scorso anno, prospettando fra l’altro una delle misure di risparmio della manovra 2016 per il risanamento delle finanze cantonali, ossia la riduzione da due ufficiali del fallimento (uno per il Sottoceneri, l’altro per il Sopra) a uno solo per tutto il cantone. A questo taglio l’Esecutivo ha ora rinunciato. Addirittura, ha introdotto la figura del “Perito contabile”. Sotto la lente del parlamento, e meglio di una sottocommissione della Gestione, c’è però sempre il testo del messaggio del 2017. «A questo punto – rileva il coordinatore della sottocommissione, il liberale radicale Giacomo Garzoli – mi domando se abbia ancora senso vagliare e discutere un messaggio governativo che non è aggiornato rispetto alle decisioni che lo stesso Consiglio di Stato ha preso nel frattempo. Mi chiedo quindi – prosegue Garzoli – se il governo non debba avere il coraggio politico di ritirarlo per allestirne uno nuovo, affinché si sappia in modo chiaro come intende coniugare le misure di risparmio con le effettive necessità del settore. In ogni caso attendiamo in sottocommissione indicazioni precise dall’Esecutivo». Il Consiglio di Stato, riprende Durisch, «ha rimosso di fatto dal messaggio elementi che come socialisti ritenevamo negativi. Penso che la discussione in sottocommissione su questo messaggio possa continuare. Avendo comunque sempre presente un aspetto per noi centrale: nel settore degli uffici dei fallimenti sarebbe un grosso errore, soprattutto in questo momento, attuare dei risparmi in termini di risorse».