Varie ipotesi, pochi punti fermi
Diversi esperti di aviazione dicono la loro sulle cause dello schianto dello Ju 52 nei Grigioni
Il guardiano di una capanna ha visto l’aereo precipitare: ‘È venuto giù come un sasso’. Le operazioni di recupero potrebbero concludersi stasera.
A due giorni dalla sciagura aerea avvenuta sul Piz Segnas e costata la vita a 20 persone non emergono ancora indicazioni riguardo alle possibili cause: stando agli esperti il velivolo, per quanto anziano, era da considerare sicuro e le testimonianze non fanno pensare a un problema tecnico. I lavori di recupero dei rottami e delle vittime dureranno almeno sino a stasera. I velivoli come lo Ju 52 presentano rischi diversi da quelli normali, ma non più elevati, spiega Ronan Hubert, specialista di incidenti aerei, ai microfoni della radio Rts. L’esperto relativizza l’influsso della canicola. Della stessa opinione è Hansjörg Egger, altro specialista d’aviazione: il fatto che con le elevate temperature l’aria sia meno portante e i motori abbiano meno potenza può essere a volte sottovalutato da piloti amatoriali, ma certo non da equipaggi esperti come quelli dello Ju 52 precipitato nei Grigioni. Secondo Egger, tutto fa pensare che il velivolo sia andato in stallo. Può succedere quando la velocità è troppo bassa, per esempio durante una curva stretta. In montagna lo Ju 52 vola a quote basse rispetto al suolo: in caso di stallo non rimane più tempo per riprendere il controllo dell’apparecchio. Tutti da determinare sono però i motivi che hanno portato allo stallo. Il fatto che i piloti non abbiano segnalato alcuna situazione d’emergenza fa ritenere che tutto si sia svolto in modo brusco e rapido, spiega Egger. In caso di problemi ai motori, piloti esperti come loro avrebbero sicuramente annunciato per radio il problema e avrebbero provato ad atterrare con il velivolo in una zona piatta. “Lo Ju 52 è in grado di volare per un certo tratto come un aliante se tutti e tre i motori sono fuori uso”. Anche Egger ritiene che l’anzianità dell’aereo precipitato – costruito nel 1939 – non rappresentasse di per sé un rischio. “Lo Ju 52 è probabilmente l’aereo più coccolato del mondo, il personale fa la manutenzione con amore e cura estremi”. Sepp Moser, noto giornalista aeronautico
e pilota, descrive il modello di Junkers come “indistruttibile”. A suo avviso si può inoltre ragionevolmente presumere che gli aeromobili utilizzati in Svizzera siano sicuri. L’inchiesta – spiega – seguirà ora la procedura standard. Dapprima tutto – resti umani e parti dei rottami – viene registrato e fotografato, prima di essere portato via. “Solo in seguito si può cominciare a chiedersi per esempio perché un certo pezzo di metallo sia deformato in un determinato modo”. Il fatto che lo Ju 52 non avesse una scatola
nera o altri dispositivi di registrazione dei dati rende l’indagine più difficile, ma non impossibile. Come in un’inchiesta criminale, è richiesto un lavoro da detective, osserva Moser. Gli investigatori potranno anche trarre conclusioni dai rottami, dalle autopsie dei cadaveri, dai racconti dei testimoni oculari e da altri documenti relativi allo stato di salute dei piloti e alla manutenzione del velivolo. Una delle testimonianze l’ha fornita a Radio Südostschweiz Rainer Feldner, responsabile
della capanna alpina situata sul Segnaspass, valico a 2’625 metri vicino al Piz Segnas. Poco prima di precipitare, lo Ju 52 ha effettuato una curva a sinistra, l’ha completata ed è poi «venuto giù come un sasso», racconta. Prima di allora «tutto era assolutamente normale, il rumore dei motori era abituale, come sempre quando passava l’aereo; non abbiamo notato nulla che facesse pensare a un problema tecnico». Al momento dell’incidente una famiglia che era ospite del rifugio si è trovata durante un’escursione
a 150-200 metri dal punto di impatto. I suoi membri sono stati aiutati psicologicamente da personale specializzato. Dagli inquirenti non filtra nessuna novità. La Procura federale, che conduce le indagini assieme al Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi) e le autorità cantonali, fa solo sapere che le operazioni di recupero dureranno almeno fino a stasera. Messaggi di cordoglio sono giunti ieri tra l’altro dal governo grigionese e, in una nota congiunta, dal Municipio di Locarno e dal Locarno Festival.