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Petkovic pensiona Valon

Secondo quanto rivelato dallo stesso 33enne ticinese, il ct gli ha comunicato la sua esclusione dalla ‘Nati’

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La dolorosa sconfitta contro la Svezia negli ottavi al Mondiale in Russia rimarrà l’ultima partita di Valon Behrami con la maglia della Svizzera. Come ha dichiarato alla Rsi il 33enne ticinese, il ct Vladimir Petkovic lo ha chiamato ieri per comunicarg­li la sua esclusione dalla selezione elvetica. «Pensavo fosse una chiamata di cortesia, invece a sorpresa era per mettermi alla porta – ha dichiarato il centrocamp­ista dell’Udinese, 83 presenze e due gol nei 13 anni in cui ha vestito rossocroci­ato –. Al Mondiale ci sono state tantissime dinamiche che non mi sono piaciute, che andavano contro quello che ho sempre cercato di fare per questa Nazionale, ossia renderla unita, mentre in Russia è arrivato un messaggio di divisione (il riferiment­o è al gesto dell’aquila albanese mimato da Xhaka, Shaqiri e Lichtstein­er contro la Serbia e a quanto accaduto in seguito, ndr)». Secondo Behrami, che proprio dopo la Coppa del mondo aveva confermato l’intenzione di non interrompe­re la sua carriera internazio­nale, la scelta di Petkovic (che in un evidente piano di ringiovani­mento avrebbe deciso di escludere anche Dzemaili, Djourou, Fernades e Lichtstein­er, tutti ultra trentenni) sarebbe «politica. Negli ultimi anni spesso ho pensato se lasciare la Nazionale, ma ultimament­e le cose erano cambiate, mi sentivo parte integrante di questo gruppo, persino protagonis­ta. Ora però è arrivata questa decisione. L’allenatore potrà dire quello che vuole, ma è evidenteme­nte una scelta politica, presa perché mi sono messo contro persone che del calcio non capiscono nulla. E questo è un po’ il problema della Federazion­e svizzera, comandata da gente che non ha mai giocato e di conseguenz­a non può capire cosa prova l’atleta e metterlo come priorità. Fa male, è così che funziona, però in fondo per me non è così un problema, avrò più tempo da dedicare alle mie figlie e a mia moglie (Lara Gut, ndr)». Il giocatore di origine kosovara aveva esordito in Nazionale l’8 ottobre 2005 nell’1-1 con la Francia allo Stade de Suisse (1 minuto nel match valido per le qualificaz­ioni mondiali) e già alla seconda presenza era stato decisivo pro- prio per la qualificaz­ione alla Coppa del mondo 2006, andando in rete nell’andata dello spareggio con la Turchia. «In questi anni ho cercato di dare quello che avevo dentro, quello che ero. Ho iniziato tra tante difficoltà, ma con gli anni penso di aver trasmesso un messaggio forte e lo voglio ribadire ora, mettendoci la faccia come sempre e affermando che non era questa la maniera di comunicare che non faccio più parte del progetto. Dopo le dichiarazi­oni di Alex Miescher (segretario generale dell’Asf che aveva ventilato l’ipotesi di proibire i doppi passaporti in Nazionale, ndr) diversi giocatori volevano prendere decisioni forti, ma anche in quel momento ho pensato al bene della squadra e per proteggerl­i mi sono esposto in prima persona, visto che a differenza loro ero comunque verso la fine del mio percorso. Lo stesso Miescher mi ha chiamato chiedendo aiuto per calmare i giocatori, io l’ho fatto perché è nella mia natura, ma il comunicato promesso da lui non è mai arrivato e ora sono fuori. Sono deluso soprattutt­o perché avevo investito molti sentimenti nell’allenatore e in altre persone, ma ciò non toglie che continuerò a tifare Svizzera».

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KEYSTONE Assieme al centrocamp­ista, l’Asf avrebbe dato il benservito anche a Djourou, Lichtstein­er e Fernandes

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