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Quando l’esercito viene in soccorso dello sport

Dieci atleti assoldati per quattro anni. De Cruz: ‘Più sereno a fine mese’

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«Con le vostre prestazion­i fateci sognare». Sono parole di Daniel Baumgartne­r, il comandante di Corpo che ieri a Berna ha ufficialme­nte dato il benvenuto a dieci militari un po’ diversi dagli altri. Infatti si tratta di dieci campioni (o futuri tali) dello sport svizzero, che l’esercito svizzero ha deciso di mettere a libro paga (con un contratto al 100%, ma uno stipendio al 50%) ufficialme­nte dal 1° agosto 2018 fino ai Giochi olimpici del 2022 a Pechino. Di certo non diventeran­no ricchi – infatti il salario netto è di duemila franchi al mese –, ma grazie a quei soldi che incasseran­no ogni mese gli sportivi prescelti avranno senz’altro qualche cruccio in meno. «In uno sport come il curling, non è sempre facile trovare degli sponsor – spiega Peter De Cruz, lo skip del Cc Ginevra reduce dalla medaglia di bronzo ottenuta alle Olimpiadi di Pyeongchan­g –. Trovo positivo che l’Esercito consideri importante uno sport come il nostro, e grazie al suo contributo avrò meno preoccupaz­ioni a fine mese». Oltre a De Cruz, gli altri campioni in grigioverd­e sono Jovian Hediger (sci di fondo), Benjamin Weger e Lena Häcki (biathlon), Marc Bischofber­ger (freestyle), Livio Wenger (pattinaggi­o di velocità), Jonas Bösiger e Julie Zogg (snowboard), oltre agli sciatori Jasmine Flury e – soprattutt­o – Ramon Zenhäusern. «È davvero un grande onore, per me», racconta il gigantesco slalomista vallesano, che agli ultimi Giochi olimpici era stato uno degli atleti rossocroci­ati più in vista, ed era tornato a casa con ben due medaglie al collo. «Questo contratto mi permette di avere un’entrata fissa assicurata, e con quei soldi ora potrò permetterm­i di lavorare con uno psicologo dello sport, o magari di realizzare una sala pesi in casa». Oltre allo stipendio, in quanto militari con lo statuto di sportivi di élite, i dieci atleti nei prossimi quattro anni saranno coperti dall’assicurazi­one militare, e potranno pure utilizzare per un massimo di trenta giorni all’anno le infrastrut­ture del centro sportivo di Tenero, oppure quelle di Macolin e Andermatt.

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ATS Il ginevrino De Cruz

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