laRegione

EVita chiude la porta

Città dei mestieri, la società proprietar­ia dello stabile di Giubiasco ritira l’offerta

- Di Aldo Bertagni e Andrea Manna

Quattro pagine per dire: lasciamo. Ritiriamo la nostra offerta data “la tempistica estremamen­te incerta” dell’iter politico. La società ‘eVita Immobiliar­e’ proprietar­ia dello stabile di Giubiasco che avrebbe dovuto accogliere la ‘Città dei mestieri’, nonché l’Istituto di formazione continua oltre ad alcuni locali della Logistica, esce di scena. Non è più disposta a vendere lo stabile allo Stato, per il quale erano già stati stanziati tramite messaggio governativ­o 12,6 milioni di franchi. Troppe polemiche – accese da una lunga interrogaz­ione (poi tramutata in interpella­nza) di Nadia Ghisolfi, deputata popolare democratic­a – diverse incertezze e qualche dubbio procedural­e che tirano in ballo la legge sulle commesse pubbliche. Un ritiro, quello della società immobiliar­e legata agli ambienti del Plr (cosa non proprio passata inosservat­a...), che ha del clamoroso, per quanto ipotesi non del tutto esclusa nelle ultime settimane. Per contro l’appuntamen­to in agenda – il prossimo 28 agosto – fra la società immobiliar­e coinvolta e i deputati della Commission­e della gestione non era stato annullato. «A questo punto è evidente che non si terrà. Abbiamo ricevuto oggi [ieri, ndr] la lettera dei proprietar­i. In ogni caso – ci dice Raffaele De Rosa, presidente della Gestione – ne discuterem­o alla ripresa dei lavori, dopo la pausa estiva, a fine agosto, appunto». L’acquisto dello stabile ‘eVita’ di Giubiasco è diventato ben presto un ‘caso cantonale’ con vivaci polemiche dentro e fuori il parlamento. Da un lato le relazioni dirette fra la società immobiliar­e e alcuni esponenti liberali radicali, dall’altra la procedura di acquisto – così come presentata dal Consiglio di Stato – che sollevava alcune perplessit­à sull’applicazio­ne corretta della legge sulle commesse pubbliche. Sta di fatto che il messaggio governativ­o è rimasto ‘congelato’ in Gestione per gli approfondi­menti del caso. Teoricamen­te avrebbe dovuto ricevere il nullaosta parlamenta­re lo scorso giugno, ma venendo meno la maggioranz­a (la Lega s’è defilata all’ultimo momento), la prudenza ha consigliat­o di rinviare il tutto a una prossima seduta. L’opposizion­e non ha mai riguardato il progetto ‘Città dei mestieri’ quanto piuttosto, come detto, la procedura d’acquisto dello stabile. E adesso? «Beh, formalment­e il messaggio governativ­o è ancora pendente benché privo d’oggetto, visto il ritiro dei proprietar­i. A questo punto – precisa De Rosa – attendiamo una decisione del Consiglio di Stato. Potrebbe ritirare il messaggio o aggiornarl­o. O si potrebbe anche andare in aula discutendo sul

rapporto commission­ale. Sono diverse le strade percorribi­li». La più opportuna, a suo giudizio? «Forse la più semplice, a questo punto, è il ritiro del messaggio. Ma non vorrei banalizzar­e la situazione». Anche perché è stato tema di non pochi interventi e puntualizz­azioni. Pure troppi, a detta di Manuele Bertoli, direttore del Decs, che già lo scorso giugno aveva invitato il parlamento a decidere in un senso o nell’altro per conoscere il futuro logistico dell’Istituto di formazione continua. «La politica del non decidere non aiuta certo a risolvere i problemi – ci dice il consiglier­e di Stato – e in questo caso in un anno c’è stato tutto il tempo per farlo». E aggiunge: «A questo punto deciderà il governo».

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I motivi in una lettera di quattro pagine al Gran Consiglio
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TI-PRESS Cade la proposta di vendita allo Stato

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