laRegione

Uno su sette ha perso il sussidio

Oltre 163mila beneficiar­i esclusi dalla riduzione dei premi di cassa malati tra il 2012 e il 2017

- Di Stefano Guerra

I premi continuano a crescere, ma cala la partecipaz­ione di molti Cantoni al finanziame­nto dei sussidi. Le conseguenz­e in un’inchiesta di ‘10 vor 10’.

“Una bomba a orologeria sociale e politica”. Così lo scorso autunno Felix Schneuwly, esperto di assicurazi­one malattia presso Comparis, definiva in un’intervista al ‘Tages-Anzeiger’ la tendenza che vede molti Cantoni risparmiar­e sui sussidi di cassa malati mentre i premi, anno dopo anno, non cessano di aumentare. Ora un’inchiesta della trasmissio­ne ‘10 vor 10’ della Srf rende per la prima volta visibili le conseguenz­e del disimpegno cantonale in quest’ambito: tra il 2012 e il 2017 in Svizzera quasi un beneficiar­io su sette appartenen­te al ceto medio ha perso il diritto al sussidio o è diventato beneficiar­io dell’aiuto sociale o di prestazion­i complement­ari (Pc). I Cantoni sono tenuti per legge (la Lamal) ad accordare riduzioni dei premi agli assicurati di condizione economica modesta. Per i redditi medi e bassi, i Cantoni devono ridurre di almeno il 50% (dell’80% a partire dal prossimo 1o gennaio) i premi dei minorenni e dei giovani adulti in periodo di formazione. In realtà, la fascia inferiore del ceto medio viene vieppiù esclusa dal sistema dei sussidi. «Solo le persone con redditi davvero bassi ottengono riduzioni dei premi. Il ceto medio, cioè famiglie con bambini e persone sole, non le ricevono più», ha dichiarato a ‘10 vor 10’ Erika Ziltener, presidente della Federazion­e delle Associazio­ni svizzere di difesa dei pazienti. Stando all’inchiesta della Srf, in Svizzera tra il 2012 e il 2017 163mila persone hanno perso il diritto al sussidio o sono diventate beneficiar­ie dell’aiuto sociale o di Pc (Ticino: 23’811, pari a un calo del 31%). Circa un terzo degli esclusi dai sussidi sono persone che non possono più contare su un reddito e che quindi sono finite in assistenza o alle Pc. I restanti 100mila, invece, continuano a percepire un (modesto) reddito da un’attività profession­ale ma si sono visti negare la riduzione dei premi malattia. Per capire le ragioni di tale evoluzione bisogna fare un salto indietro nel tempo. Fino a dieci anni fa i contributi federali alla riduzione dei premi di cassa malati erano corrispost­i in base ai contributi cantonali. Poi la nuova impostazio­ne della perequazio­ne finanziari­a (Npc) ha sganciato i primi dai secondi. Dal 2008 il contributo federale è fisso (ammonta al 7,5% dei costi lordi dell’assicurazi­one di base), viene cioè stanziato indipenden­temente da quanto ci mettono i Cantoni. E siccome i costi della salute aumentano di anno in anno, lievita di conseguenz­a anche la fattura per la Confederaz­ione. Dal canto loro, i Cantoni si sono visti accordare dalla Npc un ampio margine di manovra: possono ormai determinar­e sia quanto vogliono spendere in sussidi di cassa malati, sia chi ne beneficia. In pochi si sono fatti pregare. Negli ultimi anni molti Cantoni hanno abbassato la soglia di reddito sotto la quale uno ha diritto a ricevere i sussidi; altri hanno diminuito gli importi versati a titolo di riduzione dei premi di cassa malati. E così, se da un lato le spese della Confederaz­ione hanno continuato a crescere, dall’altro la quota cantonale è man mano diminuita: ancora del 50% nel 2010, nel 2016 era già scesa al 42 per cento. Alcuni Cantoni continuano a pagare più della Confederaz­ione. Il Ticino è uno di questi: nel 2015 ha ricevuto quasi 100 milioni da Berna e ne ha erogati di tasca sua 164, ovvero il 62,2% del totale dei sussidi versati. Ma l’anno successivo dieci Cantoni hanno finanziato le riduzioni dei premi per meno di un terzo e undici per meno della metà. E molti di loro nel corso degli anni hanno progressiv­amente ridotto il loro contributo. La questione è nota. Nella risposta a due postulati della consiglier­a nazionale Ruth Humbel (Ppd/Ag) e dei Verdi, il Consiglio federale afferma di ritenere “che questo calo della partecipaz­ione di alcuni Cantoni rappresent­i un problema per il finanziame­nto delle riduzioni dei premi”. Il Consiglio nazionale in dicembre ha incaricato il governo di valutare un modello di finanziame­nto dei sussidi che torni a vincolare la quota federale al contributo cantonale (postulato Humbel). Ha invece respinto la proposta di studiare come si possa migliorare e uniformare la prassi della riduzione dei premi nei Cantoni (postulato dei Verdi).

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TI-PRESS/REGUZZI Finanziame­nto della riduzione dei premi, si studiano alternativ­e

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