Condannato un ex quadro di Cembra
Bellinzona – Trasmettere false informazioni alla Finma, l’Autorità di sorveglianza dei mercati finanziari, può costare caro. A farne le spese è stato un ex membro della direzione di Cembra Money Bank, che si è visto infliggere dal Tribunale penale federale di Bellinzona (Tpf) una pena pecuniaria con la condizionale di 150 aliquote giornaliere a 190 franchi l’una, cui si aggiungono costi procedurali per 7’500 franchi. La sentenza può ancora essere impugnata davanti al Tribunale federale. La vicenda risale al 2011, quando la banca aveva avviato un’inchiesta interna in seguito alla trasmissione a un intermediario esterno all’istituto di dati custoditi dalla Centrale d’informazione del credito, nota anche con l’acronimo di Zek. Quest’ultimo è un istituto che registra e conserva ogni domanda di credito e, più in generale, tutte le attività legate al settore dei crediti in Svizzera. Riguarda in particolare le persone fisiche. L’inchiesta interna aveva potuto determinare che dati provenienti dalla Zek erano stati effettivamente inviati a una terza persona, e questo per un certo numero di anni. Il manager in questione era stato informato del risultato dell’indagine e aveva cooperato alla soluzione del problema. Tuttavia, quando il caso è giunto negli uffici della Finma, lo stesso quadro ha omesso di indicare alle autorità alcuni aspetti importanti della vicenda, violando in questo modo la legge sulla sorveglianza dei mercati finanziari che punisce chiunque trasmetta false informazioni alla Finma o a una società di revisione. ATS