Immaginare un Paese, gli schiavi di Singapore
Nella bella giornata in Concorso brilla un film inaspettato, ‘A Land Imagined’, prodotto da Singapore, Francia e Paesi Bassi. Ambientato a Singapore, è diretto da Yeo Siew Hua, regista nato e cresciuto in questa isola diventata in poco tempo da area paludosa a città stato potentissima, economicamente e finanziariamente nell’area del Pacifico. Posto franco, politicamente, dove recentemente il presidente degli Stati Uniti ha incontrato il suo omologo della Corea del Nord. Il regista evita di sottoporci la Singapore da cartolina, con i grattacieli, le strade dove è vietato tutto (tra poco anche le auto private), ma ci porta nel mondo dei migranti, lavoratori e lavoratrici provenienti dalla Cina, dalla Malesia, dal Bangladesh, e da altri Paesi vicini. Lavoratori cui spesso viene confiscato il passaporto da datori di lavoro senza scrupoli che schiavizzano questi esseri umani, necessari all’allargamento del territorio di Singapore, un’impresa titanica resa necessaria per allargare quello che è uno degli scali navali mondiali, e dare nuovi spazi alla costruzione di abitazioni e imprese. È qui, in una enorme fabbrica, che incontriamo un ispettore della polizia locale alla ricerca di un operaio edile proveniente dalla Cina e improvvisamente sparito dopo aver salvato un compagno dalla morte voluta dai padroni della fabbrica. Yeo Siew Hua ha buona mano nel dirigere un racconto che assume aspetti fantascientifici, degni di una città artificiale qual è Singapore. Come in un continuo stato di necessità di dormire che fa nascere strane sensazioni, il film intreccia le storie del detective e dell’operaio, entrambi invaghiti di un’androgina prostituta cinese che gestisce un cyber bar. Film di atmosfere rarefatte, questo, ha il merito di porre in evidenza un mondo altrimenti sommerso, quello dei lavoratori migranti, numeri nella complessa situazione di crescita di una nuova città. Sono loro la forza che strappa terra al mare, che regala potere e tranquillità a una città che segna un confine in quel nuovo medioevo che è il nostro tempo blindato. Bravissimi tutti gli interpreti a cominciare dall’intensa Luna Kwok, ma non meno di lei meritano applausi Peter Yu, il detective, e Liu Xiaoyi e Jack Tan e Ishtiaque Zico.