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‘Che belli, questi Europei’

Il ticinese Rocco Cattaneo, presidente dell’Uec, promuove a pieni voti la rassegna continenta­le congiunta

- Di Sascha Cellina

Sembra già vinta, la scommessa. Perlomeno stando all’impression­e di Rocco Cattaneo, presidente dell’Unione europea di ciclismo che sta vivendo in prima persona la prima edizione degli Europei multidisci­plina in corso a Berlino (atletica leggera), Edimburgo (tuffi), Gleneagles (golf) e Glasgow (sport acquatici, ciclismo, ginnastica artistica, canottaggi­o e triathlon). «Fino a qualche settimana fa, avevo qualche timore, perché non si parlava molto di questo evento e ho dovuto chiarire a parecchie persone cosa fosse – spiega il 59enne ticinese, che si trova proprio nella più grande città della Scozia –. Poi però con l’inizio delle competizio­ni l’interesse è esploso e devo dire che qui a Glasgow l’ambiente è molto bello, la città è bagnata dallo sport e sta vivendo davvero intensamen­te questi Europei. Peccato che l’atletica sia a Berlino, ci sarebbe stato ancora più movimento. In ogni caso ho assistito prevalente­mente alle gare di ciclismo, tutte quelle su pista e anche la gara in linea femminile e, oltre ad aver visto delle gare tecnicamen­te di ottimo livello, è stato molto bello vivere l’entusiasmo della gente sia in pista sia sulle strade». Lo scopo di attirare l’attenzione su manifestaz­ioni solitament­e poco seguite e che non possono reggere il paragone con Mondiali e soprattutt­o Olimpiadi (ad esempio proprio gli Europei di ciclismo), sembra quindi stato raggiunto. E non solo grazie a chi segue dal vivo le gare... «Uno degli aspetti più positivi – e parlo per il mio sport, il ciclismo, ma penso che anche per altre discipline valga lo stesso discor-

so – è l’ampia visibilità mediatica che si sta dando all’evento. E questo è proprio dovuto all’organizzaz­ione congiunta di questi Europei, con i vari tipi di media che sono presenti in massa e che riescono a coprire in un certo modo i vari eventi anche grazie proprio alla vicinanza tra gli stessi. Per quel che riguarda il ciclismo, siamo solo alla terza rassegna continenta­le, ma non c’è mai stato un interesse così alto. E stiamo parlando di ciclismo, per cui immaginate cosa significhi per uno sport poco conosciuto come la Bmx, che però è davvero molto spettacola­re».

Contente le varie federazion­i, contenti gli spettatori e gli sportivi, contenti gli organizzat­ori. Un’esperienza da ripetere, insomma... «Parlando anche con i colleghi degli altri sport e con ad esempio i responsabi­li dell’Eurovision­e, sono tutti entusiasti di questa formula. E non a caso l’idea è quella di riproporla ogni quattro anni, ma per ora non c’è niente di sicuro, nemmeno la località dove si potrebbero tenere. Finita questa edizione ci troveremo e ne discuterem­o, in ogni caso noi come Uec siamo più che favorevoli a bissare l’esperienza».

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KEYSTONE/TI-PRESS CRIVELLI Cinque delle dieci (per ora) medaglie elvetiche sono arrivate dalle due ruote

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