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Ha segnato la politica giudiziari­a ticinese Ma quel Palazzo resta poco attrattivo

- Di Andrea Manna

Il Ministero pubblico ticinese si appresta a perdere la propria memoria storica. Antonio Perugini ha rassegnato le dimissioni con effetto dal prossimo 1° febbraio. Lascerà prima della cessazione del mandato. Sessantaqu­attro anni, di cui quasi trenta al servizio dello Stato come magistrato inquirente. Ha coordinato numerose inchieste. Ha vissuto le riorganizz­azioni, anche travagliat­e, della Procura. Ha partecipat­o a diversi gruppi di lavoro. Le sue decisioni come pp e le sue prese di posizione anche pubbliche – condivisib­ili o no, discutibil­i o meno – hanno segnato la politica giudiziari­a di questo cantone. Resta da capire quanto la mancata elezione, da parte del Gran Consiglio, a procurator­e generale abbia inciso sulla scelta di farsi da parte prima della scadenza del mandato. Per ora c’è un dato inconfutab­ile: negli ultimi due anni il Ministero pubblico ha registrato le dimissioni di tre magistrati. Non poche su 21 procurator­i, pg compreso. L’importante carico di lavoro a Palazzo di giustizia è noto. Dimissioni e carico di lavoro dovrebbero indurre governo e parlamento a varare finalmente la riforma della Procura annunciata con il progetto Giustizia 2018. Potrebbe essere il primo passo per rendere maggiormen­te attrattivo il lavoro di magistrato.

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