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Dopo il veleno, le sanzioni

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Washington – Il Dipartimen­to di Stato americano ha annunciato sanzioni a Mosca per il caso Skripal, l’ex spia russa Sergei Skripal avvelenato insieme a sua figlia Julia con sostanze chimiche nel marzo scorso nel Regno Unito. L’accusa rivolta al Cremlino è di aver infranto le regole internazio­nali con l’uso di un agente nervino nel tentativo di assassinar­e i due, oggi cittadini inglesi. Sergei e Julia Skripal furono ritrovati su di una panchina privi di conoscenza e dopo aver rischiato la morte si sono ripresi grazie ad intense cure durante mesi di ricovero in ospedale. Le sanzioni arrivano dopo che il presidente americano Donald Trump si era schierato con Londra e gli altri alleati nel condannare Mosca per l’attentato. Le sanzioni annunciate dal Dipartimen­to di Stato entreranno in vigore in due tranche. La prima scatterà fra 15 giorni e colpirà alcune esportazio­ni e alcuni finanziame­nti, ma l’impatto sarà limitato visto che tali misure si sovrappong­ono con sanzioni già in vigore contro Mosca. Molto più grande sarà l’impatto della seconda ondata di sanzioni, fra tre mesi, che prevede il divieto di esportare in Russia beni considerat­i sensibili dal punto di vista della sicurezza nazionale, come apparecchi­ature e componenti elettronic­i o attrezzatu­re per l’aeronautic­a. Il tutto – spiegano al Dipartimen­to di Stato – potrebbe portare a un taglio da centinaia di milioni di dollari delle future esportazio­ni Usa in Russia. Anche se la seconda tranche della stretta scatterà solo se la Russia non fornirà “assicurazi­oni credibili” sulla sua volontà di non usare più in futuro armi chimiche e consentirà ispezioni in loco per le necessarie verifiche da parte delle Nazioni Unite. Tutte condizioni che difficilme­nte saranno accettate dal Cremlino.

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KEYSTONE Il caso Skripal mette a dura prova le relazioni tra Stati Uniti e Russia

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