Berretti rossi di rabbia
Doppia manifestazione a Foggia contro lo sfruttamento nei campi di pomodori
Braccianti africani in sciopero dopo i due incidenti costati la vita a 16 di loro. Ricordati i minatori italiani morti 62 anni fa a Marcinelle.
Foggia/Bari – Stringono tra le mani i pomodori che hanno il colore del sangue versato sulle strade della provincia di Foggia, dove in due giorni sono morti 16 braccianti agricoli africani, in due incidenti stradali. Per i «fratelli sfruttati dalle aziende che si servono dei caporali», migliaia di persone hanno partecipato a due manifestazioni a Foggia: lo sciopero dei braccianti agricoli organizzato dalla Usb in mattinata e la manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, nel pomeriggio, alla quale hanno aderito anche numerose associazioni, tra cui Arci e Libera. Hanno partecipato anche il governatore pugliese, Michele Emiliano, e l’attore Michele Placido, originario di Foggia. Il corteo dei migranti è partito dal ghetto delle campagne di Rignano Garganico verso la prefettura del capoluogo dauno. I migranti indossavano i cappellini rossi che erano stati distribuiti ai braccianti per ripararsi dal sole, giorni prima degli incidenti. Prima che i vecchi furgoni nei quali tornavano dai campi dopo aver raccolto pomodori per un euro al quintale, si schiantassero. «Basta morti sul lavoro, schiavi mai», hanno urlato i manifestanti dell’Usb che arrivati sotto la prefettura hanno osservato un minuto di silenzio in ricordo della morte di 16 italiani nelle miniere di Marcinelle, in Belgio, di cui oggi ricorre il 62esimo anniversario. «Morirono operai costretti a scappare dall’Italia – ha ricordato Aboubakar Soumahoro dell’Usb –, come oggi muoiono senza sicurezza altri lavoratori schiavizzati». «La nostra vita è difficile – sottolinea un gambiano – ogni giorno io raccolgo pomodori e per ogni cassone mi danno 3,50 euro, ma per salire su un furgone tutto rotto ne do cinque al capo nero». Intanto la Procura di Foggia prosegue le indagini su due fronti per entrambe le tragedie. Il primo riguarda l’ipotesi di caporalato, e cioè eventuali condizioni di sfruttamento sul lavoro e la gestione dei trasporti dei braccianti. Il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro, spiega che «al momento non sono emersi elementi che facciano pensare ad un coinvolgimento di organizzazioni criminali». Il secondo filone d’inchiesta riguarda la dinamica dei due incidenti stradali: in quello di sabato sono morti quattro migranti e altri quattro sono rimasti feriti; nello schianto di lunedì sono morti 12 cittadini di origini africane e altri due sono rimasti feriti insieme con il conducente del Tir contro cui si è schiantato il furgone carico di lavoratori. I conducenti dei mezzi coinvolti sono formalmente indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose ma, precisano fonti della Procura di Foggia, l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per svolgere i necessari accertamenti.