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LA SCHEDA

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‘Caporalato’

Dietro la parola si cela un’organizzaz­ione gerarchica che dall’autista arriva al boss. In un recente rapporto, l’Osservator­io Placido Rizzotto della Flai Cgil ha stimato il numero dei caporali in tutta Italia in 15mila persone. In ognuno dei 220 distretti agricoli censiti si contano in media 34 caporali (circa 102 per provincia).

Tipologie

Il caposquadr­a, con mezzi di trasporto propri o in affitto, è esperto del processo organizzat­ivo legato alle fasi della raccolta: intorno a lui si aggregano squadre di lavoro fidelizzat­e che percepisco­no, in nero o in grigio, un salario inferiore di un quarto rispetto al contratto. C’è il caporale violento e dirigista che preleva quote rilevanti del salario del lavoratore imponendo il costo del trasporto e dei beni di prima necessità e in molti casi l’alloggio; o si fa quello che dice o si è mandati via. E poi ci sono le squadre di caporali collusi, che mantengono rapporti con le organizzaz­ioni criminali e in alcuni casi con quelle mafiose, gestiscono la tratta di esseri umani e a volte direttamen­te alcune aziende agricole tramite prestanome. Questi ultimi possono essere sia italiani che stranieri.

Gerarchia

Dal basso verso l’alto: caporali in contatto diretto con i braccianti, caporali-autisti e caporali reclutator­i; caporali di coordiname­nto-squadre, vicecapo e addetti alla logistica; al vertice troviamo i caporali-boss in contatto con le aziende.

Aziende e caporali

Circa 30mila aziende agricole che ingaggiano lavoratori in modo irregolare in Italia: 18mila quelle che si avvalgono di caporali capisquadr­a; circa 9mila ricorrono a caporali violenti e dirigisti; quasi 3mila quelle colluse con organizzaz­ioni (di queste il 3%, ossia 900 unità, ricorre a condotte correlabil­i al metodo mafioso).

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