Campus a metà strada
Tutto procede come da programma sul cantiere della Supsi a Mendrisio. Si aprirà nel 2019
I lavori procedono celermente e non hanno incontrato sin qui ostacoli di sorta. Domenico Iacobucci, responsabile logistica: ‘Siamo soddisfatti’.
Al cantiere del campus Supsi a Mendrisio tutto è fermo: le gru sono in pausa e gli operai hanno riposto gli attrezzi per le ferie, quelle tradizionali dell’edilizia. Basta un’occhiata, però, per rendersi conto di come sia cambiato il panorama in questo ultimo anno abbondante dalla posa della prima pietra-matita in granito di Lodrino (era l’aprile del 2017). Messe le fondamenta per i tre livelli sotterranei – che fanno posto al parcheggio interrato da 325 posti su cui fa affidamento la Città –, ci si è innalzati fino al secondo piano. I lavori, del resto, procedono in modo celere. Tutto, al momento, mostra che le tempistiche saranno rispettate. Nel corso del 2019 la nuova sede del Dipartimento ambiente, costruzioni e design (Dacd) sarà pronta per accogliere corpo docente (circa 250 i collaboratori) e studenti (650 dei corsi base e 700 in formazione continua). «Siamo quasi a metà del cammino sulla strada verso l’inaugurazione», ci fa notare l’architetto Domenico Iacobucci, responsabile del servizio logistica dell’istituto. Il programma di cantiere è chiaro: «Saremo a tetto tra la fine dell’anno e il gennaio 2019», conferma Iacobucci. Tutto merito della modalità realizzativa del campus, che lo differenzia da quello in costruzione a Viganello. Il complesso è, infatti, per intero prefabbricato; quindi ciò che viene posato (con questa fase si è iniziato a metà aprile) è già compiuto, salvo le rifiniture. «In effetti – ci spiega il responsabile della Supsi – si tratta di una prefabbricazione estremamente spinta, sia per quanto riguarda gli elementi esterni che interni. E questo restituisce una velocità operativa importante». In più sin qui non si sono incontrati intoppi particolari. Una nota positiva a fronte di altri cantieri – comunali avantutto – che hanno dovuto fare i conti con ricorsi e ritardi. Alla Supsi non si nasconde una certa soddisfazione. «Non siamo ancora al traguardo – annota l’architetto, quasi con un pizzico di scaramanzia –. Finora, però, si può dire che sul fronte degli appalti si è avanzato senza ostacoli di sorta e senza generare ritardi».
Appalti... ticinesi. ‘Si può’
Domenico Iacobucci attira la nostra attenzione anche su un altro aspetto. Sul cantiere del campus di Mendrisio si ‘macinano’ pure i mandati. Ad oggi è già stato assegnato circa il 70 per cento degli appalti. «E tutti – tiene a sottolineare – sono andati a ditte ticinesi. Nonostante ci si trovi davanti a concorsi internazionali». Le imprese locali hanno, insomma, dimostrato di saper tenere testa alla concorrenza. A cominciare dalle due aziende che hanno fornito gli elementi prefabbricati rosso mattone che si sono visti percorrere le strade della regione sui camion diretti al cantiere. «Direi di sì. Si sono sfatati un po’ i luoghi comuni. Procedendo con particolare attenzione, con una buona programmazione e una strategia puntuale, senza lasciare nulla al caso – ribadisce –, ecco che quelli che, per finire, sono investimenti pubblici importanti possono andare a favore dell’indotto cantonale». Una linea che, peraltro, si è riproposta pure a Viganello: un solo incarico è finito all’estero. «Si riesce a portare avanti un discorso del genere anche sul nostro territorio». Ottenendo, come si è visto, dei risultati a vantaggio di tutti gli attori in campo. Questa operazione sancisce, d’altra parte, una «collaborazione stretta» con Mendrisio, ancorata sin dal 2010 a una ‘dichiarazione di intenti’ che ha fatto del campus un progetto comune. «La Città ha voluto la Supsi fortemente», ricorda il responsabile. La volontà politica, di fatto, è stato uno dei motori irrinunciabili. «Il primo segnale di carattere politico è stato dato nel 2004, quando il parlamento ha avallato l’acquisto del terreno ex Campari a Viganello, dichiarando di voler avvicinare l’Usi (l’Università della Svizzera italiana, ndr) alla Supsi, creando al contempo un centro di eccellenza sulla costruzione. Detta altrimenti affiancando il nostro Dipartimento all’Accademia di architettura». Tant’è che con l’ateneo mendrisiense si immagina di stringere una fattiva alleanza. «Il che in Svizzera è un po’ un unicum, una eccezione al positivo». A Mendrisio aprire la strada.