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L’edificio in divenire banco di prova per alunni

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Ancor prima di aprire il portone ai suoi studenti l’edificio del Dacd si è rivelato un’occasione per prendere confidenza con le profession­i di domani. «I cantieri vengono utilizzati di frequente ai fini della formazione – conferma l’architetto Domenico Iacobucci –. Tant’è che vengono visitati dagli studenti della Supsi come dell’Accademia di architettu­ra. Come scuola approfitti­amo, insomma, di queste opportunit­à per portare i nostri ragazzi su dei ‘casi’ concreti, grazie anche alla collaboraz­ione dei progettist­i. Facendo riferiment­o ad esempio a Mendrisio, abbiamo organizzat­o altresì dei corsi nell’ambito della formazione continua». Il campus, d’altro canto, può essere vissuto come il primo esperiment­o di un cambiament­o urbanistic­o che abbraccia l’intero comparto sorretto dalla spina dorsale della stazione e della linea ferroviari­a. Lo testimonia il messaggio pubblicato di recente dal Municipio di Mendrisio, che traduce nero su bianco le intenzioni pianificat­orie dell’ente pubblico. «Questo fronte della ferrovia ha buone possibilit­à di diventare il lato ‘moderno’ di Mendrisio, mentre quello sull’altro versante inizia a cambiare. Da parte nostra speriamo che questo pogetto permetta di cambiare un po’ anche le abitudini di mobilità di collaborat­ori e studenti».

Un progetto per cambiare

La collocazio­ne geografica non è stata scelta casuale, qui come a Lugano-stazione (ancora in fase di Piano regolatore). «È stata una scelta strategica quella di posizionar­si vicino alle stazioni ferroviari­e – ribadisce il responsabi­le della Supsi –, favorendo così la mobilità pubblica». Per chi arriverà nel capoluogo in treno, uscirà dal sottopasso e si troverà giusto al livello dell’ingresso a piano terra della scuola. Non è un caso se la Città di Mendrisio ha creduto da subito nel progetto e ci ha investito. In totale, tra l’acquisto lungimiran­te dei terreni (dati in diritto di superficie) e la realizzazi­one dell’autosilo, si sono messi a disposizio­ne poco meno di 30 milioni di franchi. Il Comune, però, non voleva perdere questa occasione.

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