laRegione

La noia folk e le acque di Christo

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“So che ti mancherò quando me ne sarò andato...” Sono alcune parole di una canzone di Townes Van Zandt, ‘Blaze’s Blues’, dedicata all’amico e collega Blaze Foley (al secolo Michael David Fuller), morto assassinat­o a Austin, Texas, il 1° febbraio 1989. Dopo il documentar­io del 2011 di Kevin Triplett, ora in Piazza abbiamo visto il biopic ‘Blaze’ di Ethan Hawke. L’attore-regista, appassiona­to di questo musicista folk, s’impegna, a suon di canzoni soporifere oltre ogni dire e con una fotografia laccata, che toglie polvere alla vita, a restituirn­e un senso. Ogni vita umana ha la sua storia da raccontare, e per questo ogni storia non può essere minore delle altre; ma questo talentuoso carneade della musica americana avrebbe meritato maggior fortuna di un film, questo, che resta in superficie, inutile, come un soprammobi­le dei tempi andati; un film vecchio come concetto ed espression­e. Ci si chiede perché questo 48enne piacente, attore affermato, regista, scrittore, padre, attivista del Partito democratic­o, si sia avventurat­o in un progetto che non era primo nella sua lista, e su un cantautore caro ai repubblica­ni (Newt Gingrich disse: “Blaze Foley my own Bob Dylan”). La prima risposta è geografica: il regista è nato a Austin, dove Blaze è morto. Ma le ragioni biografich­e nel film non si sentono: il regista resta lontano, quasi freddo nei confronti del personaggi­o. Per lui Blaze è musica, e per imporlo sull’anonimato, punta proprio sulla sua musica, ma lui non è né Van Zandt né Lucinda Williams. Anche per questo Hawke non riesce a farlo emergere, in questo omaggio traballant­e, passato al Sundance e atterrato in questa calda Locarno.

Da vedere stasera

Prima di tutto in Piazza ci sarà Christo, uno dei grandi artisti contempora­nei, colui che ha fatto camminare sulle acque del lago d’Iseo. Poi due film: prima ‘L’ospite’ di Duccio Chiarini, commedia sentimenta­le su un tale che, lasciato dalla compagna, osserva le vite dei suoi amici ospite sul loro divano. Poi l’animazione ‘Ruben Brandt, Collector’, psicoterap­euta rapinatore di opere d’arte...

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