Vizi di forma e atti sproporzionati
Un provvedimento “emanato d’imperio senza averne la competenza”. Una “prevaricazione messa in atto dal governo” che per il momento le Officine idroelettriche della Maggia (Ofima) e di Blenio (Ofible) “si limitano a stigmatizzare con forza”, ritenendo le decisioni del Consiglio di Stato “palesemente nulle”, in quanto “emanate da un’autorità incompetente, oltretutto sulla base di accertamenti lacunosi e senza preventivamente coinvolgere l’autorità federale”. Quella delle due aziende idroelettriche è una presa di posizione di fuoco, inviata alle redazioni per il tramite dei loro avvocati Franco Pedrazzini, Lorenzo Anastasi e Flavio Canonica. Il risanamento deciso dal governo “oltre a stroncare sul nascere gli sforzi intrapresi a tutti i livelli per promuovere la produzione di energie rinnovabili” sarebbe frutto di una “procedura irrita, lesiva dei principi elementari del nostro ordinamento democratico, che non ha precedenti”. Con la pubblicazione delle decisioni sul Foglio ufficiale a metà agosto scatteranno anche i termini per il ricorso, che appare più che verosimile da parte delle due aziende. Durante la consultazione si erano già espresse sostenendo che “l’entità delle misure di risanamento proposte è sproporzionata” e che sia giustificata “esclusivamente con argomenti di carattere ecologico”.