Annunciati più posti vacanti
Boris Zürcher (Seco): ‘Il numero di notifiche ha superato le nostre aspettative’. In Ticino disoccupazione al 2,4%, come in Svizzera.
Sono quasi raddoppiati i posti vacanti annunciati agli Uffici regionali di collocamento (Urc). Ciò è da ricondurre all’entrata in vigore della cosiddetta ‘preferenza indigena light’. Dallo scorso primo luglio, infatti, i datori di lavoro sono tenuti a segnalare gli impieghi disponibili in settori professionali, nei quali il tasso di disoccupazione supera l’8%. L’obbligo di annuncio di posti vacanti è stato adottato dal Parlamento alla fine del 2016, per cercare di applicare, almeno in parte, l’iniziativa popolare dell’Udc ‘Contro l’immigrazione di massa’. Attualmente le categorie che superano l’8% di disoccupazione sono diciannove e comprendono circa 270 professioni: si tratta ad esempio dall’aiutante agricolo, l’attore, il betoniere o il cementiere. Attualmente si stima che siano circa 55mila gli impieghi di questo tipo in Svizzera. Le nuove cifre pubblicate ieri dalla Segreteria di stato dell’economia (Seco) indicano che a luglio i posti di lavoro disponibili segnalati agli Urc sono cresciuti di 13’150 unità, raggiungendo la quota di 30’004. Di questi 14’284 erano soggetti all’obbligo di annuncio. Quest’ultimo «è stato applicato in modo ampio», ha affermato
ieri ai media Boris Zürcher, direttore della divisione lavoro alla Seco. «Il numero di notifiche ha superato le nostre aspettative», ha aggiunto. Si è inoltre detto soddisfatto del fatto che vi siano circa 2’000 annunci in più concernenti ambiti che non sottostanno all’imposizione. La Seco non è comunque ancora in grado di dire quanto siano efficaci le nuove misure: non si sa quanti posti vacanti segnalati siano stati occupati grazie all’opera degli Urc. «Faremo un’analisi dettagliata solo quando avremo raccolto esperienza con il nuovo sistema sull’arco di 12 mesi», ha sottolineato Zürcher. In generale, sempre secondo i dati della Seco, in Svizzera il tasso di disoccupazione si è attestato al 2,4% nel mese di luglio, rimanendo quindi immutato rispetto a giugno e in calo dello 0,6% su base annua. Si tratta del tasso più basso dal 2008. La stessa tendenza si osserva in Ticino con una quota di persone senza lavoro uguale a quella nazionale (2,4%), in calo di 0,1 punti rispetto al mese precedente e di 0,6 punti rispetto a luglio 2017. Concretamente a livello nazionale i disoccupati erano 106’052, ovvero 527 in meno rispetto a giugno e 27’874 in meno rispetto a luglio 2017. In Ticino erano 4’084, ovvero 898 in meno rispetto allo scorso anno. È invece aumentata la disoccupazione giovanile, ma secondo Zürcher ciò è da ricondurre ai giovani che hanno «terminato l’apprendistato o la formazione e che poi si sono annunciati agli Urc».