Narrazione, tempo di festival in Cava ad Arzo
Presentato il Festival di Narrazione di Arzo, in programma dal 30 agosto al 2 settembre
La bici dell’eroe Bartali e la Terra Matta di Vincenzo Rabito, l’ascesa in alto e la discesa nel cuore scuro del nostro tempo, il desiderio di raccontare storie che si rinnova di anno in anno...
È la vigilia di un compleanno importante, a cifra tonda, che sicuramente sarà festeggiato come si deve. Ma pure questa 19esima edizione del Festival internazionale di Narrazione di Arzo ha in serbo, per gli aficionados e per chi vorrà scoprire la magia delle viuzze del paesino momò, alcune novità e momenti – al netto di ogni retorica – imperdibili. «La novità forse più importante – ci spiega il presidente della rassegna Marco Mona – è lo sbarco del nostro Festival alle Cave, un anfiteatro che ha già ospitato alcune performance, dimostrandosi un’arena naturale dall’incredibile fascino». Proprio alla Cava è prevista l’apertura del Festival (cassa e buvette sul posto), con lo spettacolo ‘Piccolo canto di resurrezione’ proposto dall’associazione ‘Musicali si cresce’, un progetto principalmente dedicato alla prima infanzia, ma che alla Cava di Arzo darà voce a cinque donne, cinque voci diverse che si fondono in un unico affresco di “racconti cantati e canti musicati”. Voci che faranno invettiva, poesia, preghiera, nel forse vano tentativo di rispondere alle domande che ci angustiano da parecchi secoli: ci sarà una nostra risurrezione; di quali rituali abbiamo bisogno oggi?
Una valigia di storie
Altra importante novità è la collaborazione avviata dal Festival con il Museo Vela di Ligornetto. E sarà davvero un bell’esordio, poiché venerdì 31 agosto l’attrice e drammaturga Elisabetta Salvatori, ispirandosi al suo spettacolo ‘In viaggio, storie in valigia’, proporrà un laboratorio sulla favola adatto a fanciulli tra i 6 e i 10 anni, chiamati a creare la propria valigia, pronta ad accogliere personaggi fantasmagorici da sistemare davanti a poetiche scenografie. Ogni valigia sarà confezionata con materiali semplici o di recupero (cartone, stoffa) e sarà poi esposta in diversi luoghi del Festival. Elisabetta Salvatori si esibirà domenica 2 settembre alle 11 alla Cava con il suo spettacolo ‘La bambina che aspetta’. Quello che si preannuncia come un au-
tentico evento è la trilogia ‘Terra matta’, un progetto concepito dall’attore/regista Stefano Panzeri sulla base dell’autobiografia di un bracciante siciliano semianalfabeta. Classe 1899, in oltre mille pagine Vincenzo Rabito ha raccontato la sua vita; che Panzeri ha distinto in tre periodi: l’infanzia d’un Vincenzino che stenta a sopravvivere nella poverissima Italia rurale d’inizio ’900; la giovinezza sotto la dittatura fascista e l’occupazione tedesca; Vincenzo si confronta con la Resistenza e la lotta che porterà alla Liberazione. Stefano Panzeri sarà ospite dell’incontro con Marco Mona e con il pubblico previsto a chiusura della manifestazione, domenica alle 16.15
Prima però il Festival proporrà altri momenti di rilievo, tra i quali un paio con lo sport sullo sfondo. Dapprima il ciclismo con ‘Gino Bartali eroe silenzioso’; ormai è storia nota – ma lui non ne fece mai parola – che il Ginettaccio dal “i è tutto da rifare” salvò oltre 800 ebrei portando loro i documenti falsi che fortunatamente le SS non trovarono mai nel telaio della sua bicicletta.
La montagna e l’abisso
Altro giro, altra disciplina, l’alpinismo; particolarmente amata in questa nostra terra così ricca di montagne. Saranno infatti due storie vere che Mattia Fabbri e Jacopo Bicocchi rievocheranno dapprima in ‘Slegati’ (Cava Alio: passeggiata di un quarto d’ora, munirsi di scarpe adatte e di un cuscino: lassù era impossibile sistemare delle sedie!) e poi in ‘Un alt(r)o Everest’, con le peripezie di una doppia coppia di amici che sognano di compiere imprese mai tentate da nessuno. La montagna diverrà per loro metafora del momento in cui la loro amicizia si avvicinerà pericolosamente al limite estremo. Ancora alla Cava Allio andrà in scena lo spettacolo coprodotto dallo stesso Festival (nonché dal Pic, Programma d’Integrazione Cantonale), ‘L’abisso’, che Davide Enia (già presente ad Arzo nel 2010 con ‘Maggio ’43’) ha tratto dal suo romanzo ‘Appunti per un naufragio’. Autore tradotto in decine di lingue e attore/drammaturgo pluripremiato, Enia volge stavolta il suo sguardo a Lampedusa: «Quello che sta succedendo laggiù non è soltanto il punto d’incontro tra culture e geografie differenti. È un ponte tra periodi storici differenti: un ponte tra il mondo come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi e quello che potrà essere domani… sta già cambiando tutto». Come sempre gli spettacoli si terranno “con qualsiasi tempo”: è previsto un piano B che potrete trovare, con date, orari e tutte le info del caso, all’indirizzo