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Righini (Ps): ‘Entro metà settembre la lista per il governo’

Il presidente del Ps delinea le tappe della campagna elettorale e critica ancora Vitta

- J.Sc

Continuano a ritmo serrato i lavori in casa socialista per preparare le liste dei candidati al Consiglio di Stato e al Gran Consiglio per le prossime elezioni cantonali. «La commission­e ‘cerca’ coordinata da Fabio Pedrina e Adriano Venuti ha fatto 12 incontri e colloqui durante l’estate – spiega contattato dalla ‘Regione’ Igor Righini, presidente del Ps – e siamo arrivati ad avere una rosa di una decina di nomi tra i quali sceglierem­o». Una bella scrematura è già stata effettuata quindi, ma molto lavoro resta ancora da fare. «La nostra intenzione è quella di avere una lista pressoché definitiva già per la metà di settembre, in modo da arrivare al comitato cantonale del 3 ottobre con la lista per il Consiglio di Stato pronta – continua Righini –. Una lista che chiarament­e sarà sottoposta e discussa dal nostro ‘parlamenti­no’, ma che sarà composta dai cinque nomi scelti dalla direzione, che darà un segnale chiaro». Assieme alle liste, il Ps sta iniziando a scaldare i motori anche per quanto riguarda la campagna elettorale, partendo dal progetto di «sviluppare una piattaform­a e mandarla alle varie sezioni per avere i loro pareri e magari consigli». Ascoltare il territorio quindi che, va da sé, ha tante sfaccettat­ure. I problemi nel Mendrisiot­to non sono quelli di Bellinzona, per questo motivo, «visto che agiamo in un contesto molto particolar­e, la prossima settimana faremo riunioni con le sezioni delle città più rappresent­ative per sviluppare una strategia». E un’agenda politica anche. Agenda che, però, Righini ricorda come «non ce la dettano né il Plr, né Christian Vitta». Anche se no, al presidente socialista la proposta del direttore del Dfe di abbassare del 5 per cento il moltiplica­tore cantonale non è ancora andata giù. «A noi questi modi di fare politica spettacolo, facendo annunci a mezzo stampa prima ancora di aver sentito governo e commission­i, non piacciono». Ma oltre al modo che ‘ancor offende’ ci sono i contenuti. «Ribadisco che non siamo d’accordo, perché questo taglio favorirebb­e solo chi ha redditi alti a scapito del ceto medio. Vitta e il Plr fanno passare questa per una soluzione di cui beneficera­nno tutti, ma non è vero. Inoltre – conclude Righini – si continuere­bbe a indebolire le risorse dello Stato, e si adotterebb­ero altre misure di risparmio».

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TI-PRESS ‘No alla politica spettacolo’

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