‘Con più ciclopiste aumenterà la sicurezza’
VOTAZIONE FEDERALE Per Renato Gazzola (Tcs) la modifica costituzionale permetterà di aumentare la sicurezza sulle strade
Di regola il Touring Club Svizzero (Tcs) e l’Associazione traffico e ambiente (Ata) non seguono gli stessi obiettivi. Per quanto riguarda invece il controprogetto all’‘Iniziativa per la bici’, in votazione il 23 settembre, le due associazione fanno parte di un’ampia alleanza a sostegno della modifica costituzionale. Per il portavoce del Tcs Renato Gazzola si tratta «soprattutto di una questione di sicurezza», afferma a ‘laRegione’. L’iniziativa aveva come obiettivo di promuovere l’uso della bicicletta, realizzando un maggior numero di piste ciclabili. In parlamento il testo aveva suscitato molto interesse anche perché molti deputati condividono l’idea di promuovere la mobilità lenta. L’iniziativa si spingeva però troppo lontano, soprattutto perché “obbligava” la Confederazione a sostenere i Cantoni nella realizzazione e manutenzione di sentieri, percorsi pedonali e piste ciclabili. Le camere federali hanno così accolto un controprogetto, il quale prevede che Berna “possa” sostenere la costruzione di simili reti. La Confederazione stima maggiori costi per 1,8 milioni di franchi e la creazione di un posto di lavoro e mezzo per l’applicazione della modifica costituzionale. I promotori dell’iniziativa, soddisfatti dalla controproposta, avevano quindi deciso di ritirare il testo. Secondo Gazzola «le biciclette ci sono e vengono utilizzate non solo nel tempo libero, ma anche (forse in Ticino un po’ meno) per recarsi al lavoro o a scuola. È quindi necessario dare un collocamento giuridico alla bicicletta stessa». Insomma, «la bici va iscritta nella Costituzione», come ha affermato il presidente di Pro-Velo e consigliere nazionale Matthias Aebischer (Ps/Be), ricordando che circa l’8% degli Svizzeri si sposta in questo modo. In Danimarca tale percentuale è tre volte più elevata, per non parlare dei Paesi Bassi. Insomma, «buone piste ciclabili ci consentiranno di colmare questo ritardo», ha spiegato ieri ai media presenti a Berna per il lancio della campagna il deputato bernese. Il comitato promotore, composto di rappresentanti di tutti i partiti e da numerose associazioni sembrerebbe avere vita facile per questa votazione: sebbene molti deputati Udc e alcuni Plr si siano detti scettici a proposito del controprogetto (perché lo ritengono inutile), nessun comitato contrario si è infatti fatto avanti per raccomandare la bocciatura dell’oggetto. Per Gazzola non si tratta di essere «pro o contro» l’iniziativa, ma è «semplicemente una questione di sicurezza stradale». «Attualmente – precisa il portavoce del Tcs – sovente reclamiamo perché le biciclette tagliano la strada, fanno zig-zag nelle colonne, viaggiano sui marciapiedi o attraversano i passaggi pedonali con il rosso. Con questo decreto federale nel prossimo futuro la bicicletta avrà dei percorsi ben definiti. E così facendo i ciclisti non intralceranno il traffico motorizzato». Pure per la consigliera nazionale Rosmarie Quadranti (Pbd/Zh) la circolazione stradale diventerà più sicura: il miglioramento delle piste ciclabili consentirà di diminuire gli incidenti, specie quelli che vedono coinvolti le biciclette elettriche. La deputata ha pure ricordato che negli ultimi anni, sfortunatamente, sempre più ciclisti sono morti o sono rimasti feriti. Inoltre viaggiare in bicicletta è sano, ma devono esserci pure buone infrastrutture, ha aggiunto. La vicepresidente dell’Ata e consigliera nazionale Lisa Mazzone (Verdi/Ge), ha poi sottolineato i benefici per l’ambiente legati alla promozione della bici: la Svizzera si è impegnata a ridurre le emissioni di CO2 e il decreto federale permetterà di raggiungere questo obiettivo. Oltre a rendere l’aria più pulita, la bicicletta fa meno rumore e favorisce l’attività sportiva, con ricadute positive anche sulla salute, e quindi sui costi sanitari, ha precisato la deputata ecologista. Per il presidente dei Verdi liberali Jürg Grossen (Be), la promozione delle bici avrà anche ricadute positive sull’economia delle regioni di montagna: visto il calo delle nevicate e quindi della frequentazione in inverno, molte stazioni turistiche puntano molto sulla mountainbike. E ciò aumenta, ad esempio, la quota di frequentazione dei ristoranti.