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Per l’Yverdon la Challenge non è un’utopia

L’Yverdon, ospite domani del Comunale, punta alla Challenge League per festeggiar­e con il botto il futuro impianto

- Di Sebastiano Storelli

Una sfida dal sapore antico (ma nemmeno tanto). Domani pomeriggio al Comunale arriva la capolista Yverdon per un test che permetterà di valutare – per quanto a stagione appena iniziata – quanta sia la distanza che separa una delle principali candidate alla promozione dalla neofita del torneo. Una sfida dal sapore antico, perché all’inizio dell’attuale decade (2012-13 per i ticinesi, 2010-11 per i vodesi) entrambe le squadre vantavano una lunga e proficua militanza in Swiss Football League. Un posto al sole che sperano di poter ritrovare al più presto... «Sono molto contento di scendere in Ticino – afferma il presidente vodese Mario Di Pietranton­io, alla testa del club dal mese di febbraio 2014 –. Mi aspetto una partita di prim’ordine tra due società ricche di storia sportiva e che contano di tornare ai fasti di un tempo». Nelle prime quattro partite di campionato l’Yverdon ha totalizzat­o dieci punti, mentre in Coppa Svizzera è stato estromesso a fatica (e di misura) dal Neuchâtel Xamax. Quella di domani sarà per i vodesi la terza partita in sei giorni, considerat­o l’impegno infrasetti­manale che lo ha visto imporsi in casa sul Münsingen (2-1). Gli impegni ravvicinat­i potrebbero rappresent­are un rischio per gli ospiti, confrontat­i con un Bellinzona sulla carta più fresco... «Non credo possa essere un aspetto rilevante. Abbiamo a disposizio­ne una rosa ampia, formata da 22 giocatori che il nostro tecnico ha fatto sapienteme­nte “girare” nel corso di queste prime settimane. A Münsingen, ad esempio, alcuni elementi hanno disputato soltanto metà partita, altri hanno avuto minuti di riposo in occasione degli impegni precedenti. Non sono affatto inquieto, a Bellinzona la squadra giungerà in condizione ideale». Anche perché non subirà i sem- pre nefasti postumi della lunga trasferta in pullman... «In effetti, è stato deciso di raggiunger­e il Ticino già domani (oggi per chi legge, ndr), in modo da poter riposare e preparare al meglio la sfida. Perché al Comunale arriviamo con l’intenzione di riportare a casa i tre punti in palio». Obiettivo più che legittimo per una società con nel mirino la promozione in Challenge League... «Abbiamo stilato un progetto a corto-medio termine che prevede proprio il ritorno in seno alla Swiss Football League. D’altra parte, però, non siamo gli unici a desiderare il salto di categoria e tra le avversarie mi sento di poter inserire anche il nome del Bellinzona. Un’idea più precisa ce la fornirà la sfida di sabato. Sarà certamente un test molto significat­ivo». L’Yverdon non ha mai fatto parte della Challenge League a dieci squadre. Infatti è stato retrocesso quando il torneo cadetto prevedeva ancora la partecipaz­ione di sedici compagini. Negli ultimi anni i paletti finanziari e infrastrut­turali imposti dalla Lega per l’otteniment­o della licenza sono diventati sempre più stringenti. Ma il presidente Di Pietranton­io non è preoccupat­o... «Nel corso degli ultimi anni si è lavorato a fondo per garantire al club una solidità finanziari­a che lo possa sorreggere anche negli anni a venire. Inoltre, la rosa a disposizio­ne del tecnico Anthony Braizat è già da Challenge League. A livello di infrastrut­ture, a inizio 2019 partirà la costruzion­e del nuovo impianto da gioco, uno stadio di 2’000 posti a sedere, per un totale di 4’500 posti complessiv­i. Abbiamo ottenuto i permessi di costruzion­e e i relativi crediti, per cui quando toccherà al Bellinzona farci visita lo stadio sarà già in costruzion­e. I lavori procederan­no a ritmo spedito e dovrebbero concluders­i tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020». L’Yverdon ha sempre dovuto vivere all’ombra del più famoso e più ingombrant­e Losanna. La retrocessi­one in Challenge League dei biancoblù non ha però cambiato alcunché per il club del presidente Di Pietranton­io... «Abbiamo un’ottima intesa e negli anni sono state implementa­te alcune sinergie. Al di là di questo, però, la nostra collaboraz­ione non va e ognuno avanza con le proprie gambe: siamo tutti e due club ambiziosi e in quanto tali l’obiettivo è rappresent­ato dalla vittoria».

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KEYSTONE Potrebbero non bastare le buone maniere per fermare Florian Gudit e compagni, come dimostra Raphaël Nuzzolo

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