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Profitti in aumento per le banche private

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Zurigo – Le banche private svizzere nel 2017 hanno realizzato complessiv­amente un utile netto di 2,8 miliardi di franchi, in crescita del 18,7% rispetto all’anno precedente. I patrimoni in gestione sono aumentati del 7,8%, ad oltre 2’616 miliardi di franchi. La loro gestione dei costi però non è ottimale e molte di esse rischiano di sparire in caso di crollo dei mercati finanziari. È quanto risulta da un’inchiesta della società di consulenza Kpmg e dell’Università di San Gallo che ha riguardato una novantina di istituti. Gli autori dello studio sottolinea­no che “il migliorame­nto della situazione di molti istituti è in gran parte dovuto allo sviluppo positivo dei mercati finanziari”. “L’evoluzione positiva del mercato azionario ha generato una crescita di oltre 200 miliardi di franchi di asset in gestione nonché un aumento dei proventi delle commission­i”. Il 54% delle banche ha registrato un afflusso netto di nuovo capitale, ma il numero di banche private continua a diminuire in Svizzera (a giugno erano 107, ma gli esperti stimano che a lungo termine ne rimarranno 50-60). Inoltre, malgrado il recente netto migliorame­nto dei risultati, le piazze finanziari­e estere registrano maggiori crescite dei patrimoni e gli istituti privati elvetici perdono quote di mercato. Il rapporto punta il dito contro “le spese non sempre ben gestite”. Kpmg e l’Università di San Gallo ritengono che le banche abbiano “trascurato di controllar­e i costi e mancato occasioni per migliorare il rendimento per gli azionisti”. Somme più consistent­i per l’informatic­a e la comunicazi­one nel 2017 sono state all’origine di un incremento del 6,6% della voce “altre spese”. Data la crescita dei posti di lavoro i costi di gestione sono aumentati in misura quasi uguale ai ricavi d’esercizio. E i costi pro capite per impiegato non sono praticamen­te cambiati negli ultimi anni: sono rimasti su un valore medio di 230mila franchi per salariato, tranne in Ticino dove la media è di soli 179mila franchi. Secondo l’analisi di Kpmg e dell’Università di San Gallo, molti istituti hanno ancora costi di gestione troppo elevati e quasi la metà di loro deve temere per la propria esistenza in caso di crollo dei mercati finanziari.

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