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Persone anziane: quando estate fa rima con ‘isolate’

- Di Rosanna Camponovo, consiglier­e comunale Ps Locarno

L’estate, come Natale, è un periodo dove la solitudine diventa palpabile. Per molte persone anziane, il periodo estivo è sinonimo di isolamento: esse hanno l’impression­e di essere abbandonat­e da tutti. Una situazione alla quale solo i comuni dotati di una certa sensibilit­à, di una rete funzionant­e di servizi alla persona e alcune associazio­ni umanitarie, rimediano con un certo successo. “Attorno a me, non c’è più nessuno” dice Franco, di 75 anni. Come lui numerose persone soffrono l’abbandono di più in estate quando i vicini, i volontari, gli aiuti domiciliar­i o i famigliari si assentano per le meritate vacanze. Fino all’anno scorso Franco condividev­a il suo quotidiano con la moglie Cristina. “Ci mettevamo in giardino. Passavamo così un’estate tranquilla, noi due” racconta desolato. Cristina non cammina più, comunica con difficoltà, vive ormai nella casa di riposo, da qualche tempo. Il loro unico figlio vive dall’altra parte della città. Qualche volta viene a rendergli visita. La solitudine è dura da sopportare e Franco ha accettato con piacere quest’estate, per la prima volta, la visita settimanal­e di Maria. Essa fa parte di un gruppo di studenti che in estate si preoccupan­o delle persone sole, che non manchino di nulla e soprattutt­o per chiacchier­are con loro. “Parliamo di tutto e di nulla” dice Franco sorridendo. “Avevo paura di non trovare soggetti di conversazi­one, invece parliamo di cinema, di letteratur­a, di viaggi. Le persone adorano questi momenti di scambio” spiega convinta Maria, di 22 anni. Importante è soprattutt­o reperire le fragilità nell’anziano solo, portargli calore, rispondere al suo bisogno di contatto e questo possibilme­nte durante tutto l’anno. Chiarament­e come già menzionato sopra, la stagione estiva rimane sempre quella più a rischio. Anche se oggi siamo tutti meglio informati e non dovrebbe quindi più ripetersi la situazione disastrosa venutasi a creare nel 2003 a causa della canicola, sarebbe opportuno stare sempre più vigili nei mesi di luglio e agosto. Non vorrei tuttavia ingiustame­nte puntare il dito contro nessuno e men che meno contro i figli adulti di questi seniori che hanno tutto il diritto di andare in vacanza. Queste situazioni “di abbandonat­i il tempo di un’estate” sono piuttosto marginali. Sembrerebb­ero essere più frequenti quelle “di abbandonat­i tutto l’anno”, con famiglie in disaccordo tra loro, che non si parlano, oppure di anziani con figli già in età o addirittur­a deceduti. Ricordiamo­ci che una grande parte della solidariet­à verso i più anziani è basata oggi, oltre che sui famigliari, soprattutt­o sull’aiuto di operatori/trici remunerati e di volontari, anche se questi ultimi, a detta delle associazio­ni, non sono sempre facili da reclutare e quindi sono in numero inferiore a quello necessario. Allo stesso tempo il loro lavoro è ancora spesso troppo poco conosciuto, riconosciu­to e valorizzat­o nella nostra società. Concludo infine dicendo che meno indifferen­za ed individual­ismo eviterebbe­ro parte della “morte sociale” dei nostri anziani e darebbero maggiore spazio alla relazione amicale, familiare, di vicinato!

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