laRegione

Ritiro in fretta e furia

Johann Schneider-Ammann annuncia le dimissioni per fine anno

- Di Stefano Guerra da Palazzo federale e Fabio Barenco

Il Plr lo avrebbe voluto in sella ancora per un po’. Ma Johann Schneider-Ammann ha tagliato corto e ieri ha annunciato il suo ritiro dal Consiglio federale per la fine dell’anno. La strada sembra in discesa per la ‘senatrice’ Karin Keller-Sutter. Ma ora la domanda è: quando partirà Doris Leuthard?

Tutti attendevan­o Doris Leuthard. Invece è arrivato lui. Il ‘lento’ e affaticato bernese ha bruciato tutti, spiazzando politici, osservator­i e la stessa collega di governo. Lunedì sera, con un tweet che voleva mettere a tacere le insistenti voci che lo davano partente venerdì, Johann Schneider-Ammann aveva affermato di essere stato eletto fino alla fine del 2019. Ma poi ieri, a poco più di un anno dalle elezioni federali, il 66enne a sorpresa ha annunciato le dimissioni dal Consiglio federale per il 31 dicembre 2018. Il suo ritiro apre in teoria la via a una migliore rappresent­anza femminile in governo. L’annuncio ufficiale è giunto ieri alle 9.26, quando il presidente del Consiglio nazionale Dominique de Buman ha interrotto i lavori per leggere la sua lettera di dimissioni. A poche decine di metri, nella sala del Consiglio degli Stati, il ministro dell’economia stava discutendo di una mozione che chiede di escludere l’olio di palma dall’accordo di libero scambio con la Malesia. Terminato il dibattito, attraversa­ta la strada, alle 10.45 Schneider-Ammann si è presentato alla stampa al Centro media di Palazzo federale. «Lascio il mio mandato – ha dichiarato – con un Paese che tutti ci invidiano, economicam­ente forte, con un basso tasso di disoccupaz­ione, specie tra i giovani, e alla punta dell’innovazion­e». Schneider-Ammann ha ricordato la difficile decisione presa 8 anni fa, quando gli venne chiesto di candidarsi per il Consiglio federale, dovendo lasciare l’azienda di famiglia. Un passo reso più facile però dalla decisione dei figli di investirsi nella società, ha spiegato.

Annuncio anticipato

Il ministro dell’economia avrebbe voluto comunicare la sua partenza venerdì, ultimo giorno di sessione. Ma le voci che circolavan­o con insistenza lo hanno spinto ad anticipare i tempi. Anche per non essere obbligato, né lui né i suoi familiari, a raccontare «bugie», ha detto. La salute? «Sto bene e sono sveglio», ha ironizzato. Più sveglio, ha insistito, di alcuni giornalist­i che lo hanno accompagna­to nei suoi viaggi all’estero e che si addormenta­vano prima di lui... Di certo tuttavia, tenuto conto «dei miei 67 anni, non si diventa giovani». E poi «intendo essere un nonno attivo». Lo stallo in dossier cruciali (politica agricola, accordo quadro con l’Ue, export armi) non ha nulla a che fare con la sua decisione di ritirarsi a breve, ha rilevato. Il suo partito, ha indicato, auspicava che restasse in sella ancora per qualche mese. Ma lui non ha voluto. Una succession­e in Consiglio federale avrebbe garantito un’interessan­te presenza mediatica al Plr in piena campagna elettorale. Eletto in governo nel 2010 per succedere ad Hans-Rudolf Merz, il ministro del Plr aveva dichiarato in aprile che avrebbe lasciato la carica al più tardi nell’autunno 2019. Da qualche tempo però si erano fatte più insistenti le voci riguardo a suoi presunti problemi di salute. La scorsa settimana alcuni media hanno rivelato che si sarebbe più volte assopito durante riunioni pubbliche e governativ­e. Potrebbe essere l’occasione giusta per la ‘senatrice’ Karin Keller-Sutter, scartata dal parlamento nel 2010 ma ritenuta da molti in prima fila per subentrare al bernese in governo. Schneider-Ammann si è limitato a dire che l’elezione di una donna farebbe bene al Plr. Di sicuro, ha sottolinea­to, il futuro ‘ministro’ Plr dovrà avere uno spirito liberale, imprendito­riale, coraggioso, e rappresent­are i nostri valori. Schneider-Ammann, comunque, ha spezzato una lancia in favore di più donne ai piani alti della politica e dell’economia, portando ad esempio la sua soddisfazi­one per la recente nomina della nuova Segretaria di Stato all’economia, Martina Hirayama. Ripercorre­ndo gli otto anni trascorsi in governo, Schneider-Ammann ha ricordato le difficoltà in cui si dibatteva la Svizzera al momento della sua elezione, Paese alle prese col rafforzame­nto del franco dovuto alla crisi finanziari­a. Per fortuna quei momenti sono alle nostre spalle, ha dichiarato. La Svizzera a suo avviso è un «piccolo paradiso» grazie al partenaria­to sociale, all’apertura ai mercati, all’investimen­to nella formazione e nell’innovazion­e e all’assenza di corruzione. Non mancano però le sfide, ha messo in guardia, specie per quanto riguarda la digitalizz­azione, problema a suo dire tutt’ora sottostima­to. SchneiderA­mmann ha sottolinea­to anche l’importanza non solo della formazione e della ricerca per l’economia elvetica, ma anche i rischi legati al protezioni­smo. Per questo la Svizzera deve estendere la sua rete di accordi di libero scambio. Schneider-Ammann è il secondo consiglier­e federale ad annunciare che lascerà il governo entro la fine della legislatur­a. Lo stesso aveva fatto già a metà 2017 Doris Leuthard, senza indicare date. Ueli Maurer – ministro in carica da più anni, dopo Leuthard – ha già fatto sapere che chiederà un rinnovo del mandato nel 2019. Manterrà la promessa?

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Gli occhi erano puntati piuttosto su Doris Leuthard. Karin Keller-Sutter in pole position nella corsa al Consiglio federale
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Un’accelerata per uscire di scena

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