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Un ardente difensore del liberismo rispettato anche dai sindacati

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Undici vittorie (le ultime due domenica, sulle due agro-iniziative), due sole sconfitte: è il bilancio – oltremodo positivo, a dispetto della ‘mauvaise presse’ di cui gode – di Johann Schneider-Ammann davanti al popolo. Ma lo ‘score’ alle votazioni federali sugli oggetti di propria competenza non basta per fare un buon consiglier­e federale. L’ex industrial­e bernese, comunque, ha sempre goduto di un’immagine di uomo integro, con i piedi per terra. Un’immagine che non è stata scalfita nemmeno dalle rivelazion­i sulle pratiche di ottimizzaz­ione fiscale a lungo praticate dal gruppo Ammann («Ottimizzar­e il pagamento delle imposte è molto svizzero», si era giustifica­to il ministro dell’economia...). Da consiglier­e federale, ha criticato i salari abusivi di certi manager e l’atteggiame­nto delle banche durante la crisi. Le sue qualità di esponente dell’economia reale e di promotore del partenaria­to sociale, messe in luce ancora ieri dai partiti borghesi e dalle organizzaz­ioni economiche, sono riconosciu­te anche dai sindacati. Nonostante il recente muro contro muro circa un possibile allentamen­to delle misure di accompagna­mento alla libera circolazio­ne, Daniel Lampart – capo economista dell’Unione sindacale svizzera – riconosce al bernese il merito di aver raggiungo compromess­i importanti. Johann Schneider-Ammann resta nondimeno un ardente difensore del liberismo economico, ha sempre sostenuto la concorrenz­a fiscale, l’estensione degli orari d’apertura dei negozi e si è opposto al salario minimo. Inoltre, si è sempre detto contrario all’estensione delle assicurazi­oni sociali e si è battuto contro l’assicurazi­one maternità. In Consiglio federale non sempre è riuscito a soddisfare le attese. Si è contraddis­tinto per goffe dichiarazi­oni e apparizion­i pubbliche che hanno innervosit­o lavoratori, accademici e contadini. Persino dai ranghi della destra economica sono giunte critiche per la mancanza di decisioni chiave e per essersi fatto cogliere di sorpresa dalla crisi del franco forte. Per non parlare della comunicazi­one, a tratti disastrosa. Famoso il discorso tenuto in occasione della giornata dei malati, quando il presidente della Confederaz­ione, con tono lugubre e meccanico, disse: «La risata fa bene alla salute!». In Parlamento ha subito alcuni rovesci, in particolar­e quello toccato alla revisione della legge sui cartelli. Forti le resistenze sulla politica agricola, nel frattempo almeno in parte superate. Tra i successi di Schneider-Ammann, la forma dell’accordo di libero scambio con la Cina, uno dei pochi fiori all’occhiello dei suoi otto anni da consiglier­e federale.

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KEYSTONE Amico della Cina

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