Tra agricoltura e relazioni con l’Ue
Il successore di Johann Schneider-Ammann troverà diversi dossier aperti sulla scrivania del Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (Defr). La sfida più importante sarà però quella di riallacciare il dialogo con i contadini e definire la futura politica agricola della Confederazione. I rapporti fra il consigliere federale Plr e i contadini si sono deteriorati alla fine dello scorso anno: l’Unione svizzera dei contadini (Usc) ha perso le staffe quando il ‘ministro’ dell’economia ha annunciato di voler ridurre le protezioni doganali e intensificare gli accordi di libero scambio. Il progetto riguardante la politica agricola dopo il 2022 dovrebbe però ancora essere posto in consultazione da Schneider-Ammann in novembre. In seguito sarà il suo successore a occuparsene. Ci sono stati anche altri motivi di tensione fra Schneider-Ammann e il mondo agricolo, come ad esempio la riforma dell’istituto di ricerca Agroscope. Il Consiglio federale propone di centralizzare a Posieux (Fr) l’istituto attualmente suddiviso in diversi cantoni (in Ticino esiste una stazione a Cadenazzo) e di tagliare del 20% il budget. Il successore del consigliere federale bernese dovrà anche impegnarsi per evitare nuove tensioni nel settore dell’esportazione di armi, sottoposta ad autorizzazione da parte del Segretariato di Stato all’economia. Oggi è previsto un dibattito urgente al Consiglio nazionale proprio su questo tema. Al futuro responsabile del Defr resteranno inoltre da gestire diverse trattative su accordi di libero scambio. Dopo quello concluso con successo con la Cina, Schneider-Ammann lascia al suo successore il compito di portare a termine quelli con Vietnam, India e Malesia, così come quello con gli Stati del Mercosur. Pure con gli Usa sono in corso discussioni informali da un paio di mesi, ha confermato ieri Schneider-Ammann. Un altro dossier ‘piccante’ è quello delle relazioni con l’Unione europea (Ue). Venerdì il Consiglio federale dovrebbe annunciare la sua strategia futura per quanto riguarda l’accordo quadro. Il ‘ministro’ dell’economia è però direttamente responsabile delle trattative sulle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone, che sono state al centro delle tensioni tra Schneider-Ammann e i sindacati: questi ultimi non vogliono che la Confederazione faccia concessioni all’Ue in questo senso e hanno così di fatto bloccato le trattative. Per quanto riguarda la ricerca, la Svizzera è stata reintegrata nel programma europeo Horizon 2020, grazie agli sforzi del consigliere federale bernese. Il suo successore dovrà però discutere con l’Ue su come proseguire la collaborazione in ambito scientifico, visto che il programma terminerà nel 2020. Infine l’anno prossimo il Consiglio federale licenzierà il messaggio sulla promozione dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione per gli anni 2021-2024. In questo contesto Schneider-Ammann ha cercato di contrastare la carenza di manodopera specializzata promuovendo la formazione professionale.