Hiv, un contributo ticinese alla ricerca
Studio di ospedali svizzeri pubblicato sull’ultimo numero della rivista ‘Nature’
È stato pubblicato sull’ultimo numero della prestigiosa rivista scientifica ‘Nature’ e tra i coautori figura il professor Enos Bernasconi, viceprimario del Servizio di malattie infettive dell’Ospedale regionale di Lugano. Si tratta di un lavoro di ricerca scaturito dalla collaborazione pluriennale nell’ambito dello studio svizzero sul virus Hiv, all’origine della Sindrome da immunodeficienza acquisita. I ricercatori, segnala una nota dell’Ente ospedaliero cantonale, hanno dimostrato che “circa l’1% delle persone con infezione Hiv produce anticorpi che bloccano la maggior parte dei ceppi virali”. Ebbene, sottolinea l’Eoc, “questi anticorpi a largo spettro di azione rappresentano la chiave per sviluppare un vaccino efficace contro l’Hiv”. Avviato nel 1988, allo studio svizzero partecipano gli ospedali universitari elvetici e altri grossi ospedali, tra cui l’Eoc. Lo studio ha coinvolto oltre 20mila persone che hanno contratto l’infezione Hiv. Sotto la guida dell’Istituto di virologia medica dell’Ospedale universitario di Zurigo, il team di ricercatori “ha potuto mostrare che il genoma dell’Hiv è il fattore decisivo che determina quali anticorpi vengono prodotti dalle persone sieropositive”. Un piccolo numero di persone con infezione Hiv, annota ancora l’Eoc, produce degli anticorpi ‘speciali’. Anticorpi che “non combattono solo un ceppo virale, ma neutralizzano quasi tutti i ceppi di Hiv conosciuti”. La ricerca per lo sviluppo di un vaccino “è focalizzata sulla scoperta di fattori responsabili della produzione di questi anticorpi neutralizzanti”. In passato erano già stati scoperti alcuni fattori tra i quali la concentrazione di virus nel sangue, la diversità dei ceppi virali, la durata dell’infezione e la provenienza geografica delle persone infette: fattori i quali possono influenzare la risposta immunologica al virus. In questo nuovo studio, scrive ancora l’Ente ospedaliero cantonale a proposito del lavoro di ricerca pubblicato sull’ultimo numero della rivista scientifica ‘Nature’, è stato possibile identificare un ulteriore fattore, ossia il materiale genetico dell’Hiv.