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Il pranzo è servito

Dopo 30 anni e con una forma di approvvigi­onamento ‘autoctona’ riapre la mensa scolastica di Lodrino

- Di Giacomo Rizza

La collaboraz­ione tra il Comune di Riviera e il Centro di competenza agroalimen­tare Ticino mette in tavola prodotti per la maggior parte locali

Dopo trent’anni gli allievi tornano a mangiare alla mensa scolastica di Lodrino. Con la ripresa delle lezioni, gli scolari delle elementari ubicate nelle frazioni del Comune di Riviera di Lodrino, Osogna e Cresciano possono infatti beneficiar­e del nuovo servizio comunale (Iragna dispone di una mensa indipenden­te, inaugurata nel 2009). Usata dai ragazzi delle scuole medie di Lodrino sino a fine anni 80, la mensa è tornata in funzione a settembre dopo la grande richiesta emersa da un sondaggio effettuato l’anno scorso dal Municipio, il cui esito rispecchia­va il bisogno concreto di disporre del servizio da parte dei nuclei familiari che, sempre più frequentem­ente, non riescono ad assicurare la presenza di almeno un genitore sul mezzogiorn­o a causa degli impegni lavorativi. Su un totale di 195 allievi, sono 63 i bambini che almeno una volta a settimana (lunedì, martedì, giovedì e venerdì) usufruisco­no del servizio mensa dal costo giornalier­o di otto franchi. I numeri parlano di una media che va dalle 19 alle 33 presenze al giorno. Compreso nel prezzo anche il trasporto scuola-mensa. Gli investimen­ti per effettuare le migliorie necessarie alla mensa, utilizzata negli ultimi trent’anni da varie società e associazio­ni per i propri momenti formali, ammontano a 50mila franchi. Il personale è formato da una cuoca e da un’aiutocuoca entrambe con un tempo di occupazion­e al 50%. Cinque volontari si sono inoltre messi a disposizio­ne in veste di sorveglian­ti, assistiti anche da nove docenti. Un contingent­e tutt’altro che precario che ogni giorno assicura la presenza di almeno tre persone in sala.

Alimentazi­one a chilometro zero

Il Comune di Riviera non ha solo dato nuova luce alla mensa dopo trent’anni, andando a soddisfare un bisogno concreto di tante famiglie, ma lo ha fatto seguendo la nobile via di rifornirsi con prodotti locali, sostanzial­mente a chilometro zero. Questo grazie alla collaboraz­ione instaurata con il Centro di competenza agroalimen­tare Ticino (Ccat), il quale, tramite le propria rete di contatti e affiliati (nel caso della mensa di Lodrino un negozio del paese) fornisce carne, latticini, verdura, farina, polenta, pasta, succhi di frutta e uova. Chiarament­e a dipendenza della disponibil­ità data dalle varie stagioni. «Un aspetto importante anche per la qualità dell’alimentazi­one degli allievi – sottolinea il capodicast­ero Educazione di Riviera Igor Cima –. Grazie a Sem Genini (segretario agricolo cantonale dell’Unione contadini ticinese nonché municipale di Riviera, ndr) mi sono messo in contatto con il Ccat, trovando importante, utile e interessan­te andare incontro alle proposte che ci sono state fatte». La collaboraz­ione si è poi sviluppata durante l’estate scorsa, mettendo solide basi per avviare il progetto già da settembre. Una forma di approvvigi­onamento che potrebbe però comportare costi maggiori rispetto a una ‘scorta normale’. Non essendo anco-

ra terminato il primo mese di attività, risulta tuttavia difficile stilare un primo bilancio riguardo ai costi, se maggiori o minori rispetto ad altri modelli. «Indicativa­mente sappiamo che potrebbero essercene di maggiori – continua Cima –, ma a nostro giudizio ne vale la pena. Certamente la valutazion­e che faremo a fine mese insieme al Ccat ci darà indicazion­i più precise. Ma se tutto dovesse funzionare in questo primo anno di prova, si vorrebbe estendere il progetto anche verso la scuola dell’infanzia».

Il lavoro del Ccat

È un lavoro di coordiname­nto e di analisi quello che compete al Ccat. Su incarico del Cantone, oltre che alla ristorazio­ne ‘generale’ (ad oggi ci sono un’ottantina di esercizi pubblici che hanno un piatto e sei vini ticinesi in carta), l’associazio­ne promuove un maggiore utilizzo di prodotti agroalimen­tari anche nella ristorazio­ne collettiva. «Si è voluto andare un passo oltre, verso le mense scolastich­e e ospedalier­e – ci spiega Sibilla

Quadri, coordinatr­ice del Ccat –. Dopo un’attenta analisi sulla situazione ticinese, abbiamo preso contatto con il Comune di Riviera per lanciare il progetto pilota in corso (previsto in futuro anche in quattro scuole dell’infanzia a Lugano, ndr) disegnando una mappatura di produttori e fornitori idonei all’idea. Stiamo valutando tutta una serie di punti per capire dove ci sono margini di migliorame­nto e se questa modalità debba effettivam­ente comportare costi aggiuntivi».

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TI-PRESS A beneficio degli allievi delle scuole elementari di Lodrino, Osogna e Cresciano

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